«Dove sono le chiavi?»

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Diceva Oscar Wilde che la moda “è una forma di bruttezza così intollerabile che siamo costretti a cambiarla ogni sei mesi”. Vero, ma non sempre. Anche la moda infatti può esprimere dei significati ed essere una vera e propria arte.

A Milano la prossima settimana saranno messi all’asta i vestiti più significativi del guardaroba di Valentina Cortese, forse l’ultima vera diva del teatro italiano. Confessa – in un’intervista al “Foglio” – lo stilista Maurizio Galante che, nella scelta dei vestiti, con Valentina si partiva sempre “da una sua emozione” poi tradotta “in un colore, un taglio e una materia che vi corrispondesse”. Con la nostalgica conclusione che in quel mondo, oggi già antico, “erano le donne che interpretavano gli abiti” e non il contrario; mentre oggi le donne vogliono sì che un abito sia bello, “ma soprattutto instagrammabile”.

Così la moda, già volatile di per sé, diventa ancora più leggera e impalpabile.

Noi due, a dire il vero, non abbiamo mai avuto di questi problemi. Anche se uno stile, alla nostra maniera, non ci è mai mancato.

Per reazione ai maglioncini grigi o beige con cui andava a scuola da ragazzo (allora era così quasi per tutti i maschi, le ragazze invece indossavano dei grembiuloni neri a loro modo affascinanti), Gianni esplose in invenzioni come il maglione coloratissimo con i pompon di cui abbiamo parlato una volta o i pantaloni bicolore che anticipavano quelli resi famosi da Celentano.

Maria Pia invece, la tipica ragazza di buona famiglia, vestiva in modo sobrio ed elegante anche se un tantino “vittoriano”, come le disse una volta lo spasimante.

Anche qui, con gli anni, i due estremi si sono avvicinati ma, per fortuna, non del tutto. Così Maria Pia ora veste ancora capi sobri, che Gianni ravviva regalandole qualcosa di colorato. La preferenza è comunque per vestiti che siano “da bosco e da riviera”, come dicono a Firenze. Ciò che vale anche per Gianni, al quale va bene tutto purché abbia delle tasche capienti, in cui nascondere portafogli, telefonino, chiavi, magari una bottiglietta d’acqua e l’immancabile agendina con penna: così si trasforma in un vero microcosmo ambulante che non di rado, con l’aggiunta di un vecchio zainetto multiuso, diventa un macrocosmo in cui trovano posto anche un libro o il kindle, e poi mentine, cicche, graffette, elastici e scotch… Un’aggiornata versione delle wunderkammer rinascimentali.

Da questo punto di vista, Maria Pia non è da meno. Usa una borsa-zaino di stoffa robusta, che diventa una vera e propria borsa di Mary Poppins, buona per tutti gli usi e piena di non meno affascinanti misteri.

Ovviamente sul tema noi due spesso ci confrontiamo anche in modo vivace sino al fatidico: «Dove sono le chiavi?». È la domanda scatenante… Ma poi in un modo o nell’altro le chiavi si trovano, e il matrimonio è salvo.

cantiamolavita@katamail.com

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