«È prematuro rilasciare “pagelle” o gridare alla catastrofe»

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Il Comune. Il sindaco di Tortona, Federico Chiodi, fa chiarezza sui servizi sanitari del territorio. Rassicura che nell’ospedale non ci saranno più di 40 posti letto per pazienti Covid. Risponde al Pd e commenta le parole di Gianni Tagliani

Caro Direttore,

ho letto con interesse l’inchiesta che nelle ultime settimane il suo settimanale ha pubblicato sull’ospedale di Tortona e in generale sui servizi sanitari sul nostro territorio e ritengo doveroso intervenire nel dibattito.

Mi rendo anche conto che molti degli interventi sono stati resi in un periodo in cui, ammettiamolo, c’era la diffusa convinzione che fossimo sostanzialmente usciti dall’emergenza Covid. Oggi sappiamo che non è così, i numeri del bacino del nostro ospedale sono in continua crescita e, anche se per il momento riguardano principalmente asintomatici e i ricoveri sono in numero molto limitato, possiamo presumere che cresceranno ancora con l’avanzare della stagione autunnale.

È quindi logico pensare che l’interesse primario sarà nelle prossime settimane, o forse mesi, di contenere la diffusione della pandemia e di curare tutti i malati che si rivolgeranno alle nostre strutture. Su questo mi preme fare un inciso importante: la prima fase della pandemia ha interessato la nostra città dalla fine di febbraio fino al mese di giugno, e la seconda ondata ha iniziato a manifestarsi a fine settembre. Sostanzialmente quest’anno abbiamo avuto, considerato che agosto normalmente è un mese di limitata operatività degli uffici pubblici, un paio di mesi per progettare il futuro della sanità del nostro territorio. Un tempo decisamente troppo limitato per portare i cambiamenti sostanziali che ci aspettiamo avvengano sul nostro territorio, vale a dire un potenziamento della struttura ospedaliera di Tortona, maggiore operatività della sanità territoriale e una integrazione delle varie strutture ospedaliere della provincia in una rete che valorizzi le eccellenze di ogni presidio.

Certo, molto lavoro si è fatto per la riconversione dell’ospedale di Tortona da Covid hospital a presidio sanitario con tutti i reparti che aveva prima dell’emergenza, in tempi peraltro piuttosto rapidi, e molto si è progettato per rendere più efficiente la nostra ASL, tuttavia mi sembra decisamente prematuro rilasciare delle “pagelle” o gridare alla catastrofe quando siamo ancora nel bel mezzo della crisi sanitaria più grave dal dopoguerra a oggi. A proposito di emergenza, in molti hanno temuto che il nostro ospedale ritornasse ad essere un centro esclusivo per la cura dei malati Covid: i piani dell’ASL e della Regione semplicemente non lo prevedono, al contrario è precisa intenzione dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, del direttore generale dell’ASL AL Valter Galante, del direttore sanitario ASL AL Federico Nardi e del commissario per la gestione delle politiche sanitarie regionali Carlo Picco, di mantenere aperti i reparti ordinari del nostro ospedale, utilizzando solo un’area circoscritta per il ricovero dei pazienti Covid, circa 40 letti. Ad affiancarsi all’ospedale di Tortona sarà la clinica Salus di Alessandria e, qualora l’emergenza dovesse aumentare di gravità, gli altri ospedali della provincia. Tutti però dovranno garantire le cure per tutte le altre patologie, oltre a curare gli affetti da Coronavirus.

Uno dei primi interlocutori della vostra inchiesta è stato il Partito Democratico di Tortona: del loro intervento condivido il punto di vista sulla sanità territoriale, sicuramente fondamentale perché rappresenta il maggior numero di prestazioni che vengono effettuate su un dato territorio, decisamente superiore a quelle erogate dagli ospedali, anche se, non nascondiamoci dietro a un dito, molte delle amministrazioni che hanno fatto annunci riguardo a un potenziamento di questo fondamentale servizio hanno poi finito per impoverirlo ulteriormente, anche l’amministrazione regionale guidata Sergio Chiamparino del PD e dal suo assessore alla Sanità Antonio Saitta. È sempre più facile criticare quando si è all’opposizione, ma visto che viviamo in una democrazia e abbiamo esempi di alternanza alla guida della nostra Regione, dobbiamo anche giudicare l’operato di coloro che in quella posizione si sono avvicendati. Tuttavia sarebbe forse opportuno non soffermarsi eccessivamente sul dibattito relativo alle responsabilità del depotenziamento della sanità sul nostro territorio e voglio cogliere l’invito di un altro esponente politico che ha partecipato al dibattito sulle vostre pagine, il sindaco Gianni Tagliani di Castelnuovo Scrivia.

Il primo cittadino suggerisce di guardare oltre le divisioni politiche e a ragionare in un’ottica di territorio, per progettare insieme un futuro migliore per la nostra sanità. Non posso che fare mia questa posizione e augurarmi che tutti i rappresentanti dei partiti e movimenti sul territorio vogliano seguire questo esempio e non cedano alla tentazione di utilizzare ancora una volta la sanità come strumento di attacco politico. Un’altra interessante posizione presentata da Tagliani è quella sul tanto vociferato intervento privato nell’ipotetica gestione dell’ospedale di Tortona. Sono stato ingiustamente accusato di parteggiare per l’una o per l’altra parte, ma voglio che la mia opinione sia chiara: poco importa se i servizi sanitari sono erogati da strutture semplici o primariati, dal pubblico o dal privato convenzionato sotto controllo pubblico, l’importante è che questi servizi siano erogati a tutti i cittadini senza aggiuntivi esborsi economici. Immagino che sia auspicabile per tutti che la sanità resti interamente in mano al pubblico per garantire l’assistenza più ampia possibile, bisogna però inquadrare correttamente il dialogo che sta avvenendo su una eventuale partecipazione del privato. In ogni caso si tratterebbe di una convenzione con il pubblico, in cui il pubblico avrebbe il controllo finale e gli utenti, i cittadini, non sarebbero costretti a pagare di più per le prestazioni sanitarie. Il vantaggio prospettato è quello di avere più servizi e reparti che attualmente non sono presenti. Come sindaco di Tortona e del centro zona di riferimento del bacino del nostro ospedale ho il dovere e la responsabilità di convincere le istituzioni superiori a restituire al Tortonese l’assistenza sanitaria che nel corso degli anni gli è stata sottratta, quando si sono perseguite linee politiche di austerity che hanno dimostrato tutta la loro debolezza in questa crisi sanitaria. A giudicare dal fitto dialogo che c’è stato in questi mesi con tutti i livelli della sanità piemontese, sono convinto che ci sia la concreta possibilità di raggiungere alcuni obiettivi importanti, su cui a tempo debito i cittadini tortonesi potranno esprimere la loro opinione.

Federico Chiodi

Sindaco di Tortona

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