È realtà la stanza contro le violenze

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Inaugurata presso la caserma dei carabinieri di Tortona alla presenza di Mons. Marini

TORTONA – Non è stata scelta a caso la data del 24 novembre, vigilia della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, per aprire uno spazio che vuole aiutare in modo concreto le vittime di violenza di genere o domestica e che si inserisce tra i progetti istituzionali in difesa dei più deboli. Presso la Compagnia Carabinieri di Tortona, venerdì scorso, è stata inaugurata “Una stanza tutta per noi”, destinata ad accogliere le vittime di violenza di genere in un ambiente confortevole, con angolo dedicato ai bambini, dove possono agire non solo i carabinieri, ma anche gli operatori della rete sociale di supporto, in un contesto meno formale proprio di una caserma. Il progetto, nato da un protocollo d’intesa tra l’Arma dei Carabinieri e l’associazione Soroptimist Italia – Club di Alessandria, ha visto il coinvolgimento di altre associazioni e partner del territorio, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, la Croce Rossa Italiana Comitato di Tortona e sponsor privati, che hanno permesso di disporre i locali e acquistare gli arredi più confortevoli. «L’obiettivo è quello di evitare, il più possibile, una doppia vittimizzazione delle persone fragili che accedono in Caserma, creando un clima più accogliente e disteso. – ha sottolineato Domenico Lavigna, comandante della Compagnia Carabinieri di Tortona – Questa stanza deve essere sentita come casa propria dalle persone che purtroppo ne dovranno fruire. Vogliamo portare un messaggio di speranza». Durante la cerimonia, che ha visto la presenza anche del Prefetto di Alessandria, Alessandra Vinciguerra e del vice sindaco di Tortona, Fabio Morreale, il vescovo Mons. Guido Marini, ha benedetto i locali. Prima, citando le parole della filosofa e santa Edith Stein che scriveva che “l’anima della donna è modellata come un rifugio nel quale tante anime possono dispiegarsi”, ha messo in evidenza come «l’anima della donna è un rifugio naturale, con il calore dell’amore che ha capacità di fare fiorire la vita ». «Chi dovrà usare questo luogo e coloro che vi forniranno un servizio importante, – ha aggiunto – devono vivere l’esperienza di un rifugio, con il calore e l’accoglienza che fanno rifiorire la vita. Con l’auspicio che siano sempre meno, anzi più nessuna, le persone costrette a chiedere aiuto per violenza di genere». Al termine, la mattinata è proseguita al “Civico” con il convegno sul tema “La cultura del rispetto”, organizzato dal Comune con il patrocinio della Consulta regionale per le Pari Opportunità, al quale hanno partecipato oltre 300 ragazzi.

Stefano Brocchetti

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