Ecco come hanno cucinato i loro sogni
Da Tortona a Oslo: due studenti del “Santachiara” lavorano oggi nella cucina del ristorante “Maya’s”. La storia di Robert Lisandroiu e Alessandro Cuccu e della loro voglia di intraprendere nuove strade all’estero
DI DANIELA CATALANO
Un luogo comune molto diffuso dipinge i giovani di oggi poco propensi a uscire dal “nido” per spiccare il volo, invece la storia che vi raccontiamo è la dimostrazione che le nuove generazioni, in realtà, sono anche capaci di volare alto e di guardare lontano. I protagonisti sono Robert Lisandroiu e Alessandro Cuccu, ex studenti dell’istituto “Santachiara” di Tortona, la scuola diocesana che offre corsi professionali altamente specializzati.
I due giovani, terminati gli studi, hanno deciso di seguire la loro passione per la cucina e, oggi, lavorano insieme nel ristorante “Maya’s” a Fornebu, nei pittoreschi dintorni di Oslo, a dieci minuti dal centro della capitale della Norvegia.
Il primo a trasferirsi nel Nord dell’Europa è stato Robert, 22 anni, che, dopo aver conseguito la qualifica di aiuto cuoco, ha proseguito gli studi sempre al “Santachiara”, frequentando il quarto anno di diploma professionale. Durante il percorso scolastico ha svolto le ore di tirocinio in strutture prestigiose: in un hotel 4 stelle a Bologna, al McArthur Glen Outlet di Serravalle Scrivia e sulle Grandi Navi Veloci. Poi è partito per Londra con l’obiettivo di perfezionare l’uso della lingua inglese e ha trovato lavoro in un ristorante italiano, dove è rimasto per un anno. Tornato in Italia è ripartito alla volta della Norvegia. Il giorno seguente al suo arrivo è stato assunto in un locale e si è gettato con passione nel nuovo lavoro, tanto che i titolari, nel giro di poco tempo, gli hanno trasferito delle quote societarie, rendendolo anche proprietario dell’attività.
Oggi è impegnato in 2 locali: il “Pier 31” a Lysaker e il “Maya’s” a Fornebu. Ad aiutare Robert, all’inizio di quest’anno, è arrivato Alessandro Cuccu, 19 anni, che ha svolto il medesimo percorso scolastico, effettuando lo stage in locali noti del territorio (“Il Santo Bevitore” a Novi Ligure, “Il Grande Airone” a Castellania, “Le colline di Gavi” a Tassarolo, l’“Osteria Billis” di Tortona), prima di essere assunto al ristorante “Ciborio” presso la tenuta “La Fiscala” di Spinetta Marengo.
Alessandro ha deciso di contattare Robert e lo ha raggiunto, con il desiderio di iniziare una nuova esperienza formativa. Proprio lui, in diretta da Oslo, ci ha raccontato la sua vita attuale con un entusiasmo che ben esprime la gioia per la scelta realizzata. Dal suo arrivo, lo scorso 26 gennaio, ha iniziato l’avventura nella cucina del ristorante “Maya’s”, che conta circa 160 coperti e propone piatti norvegesi e italiani, in un equilibrio di gusti e di idee che convincono i numerosi clienti del locale.
Alessandro è rimasto subito favorevolmente impressionato da Oslo, una città moderna e molto tecnologica, attenta all’ambiente e con efficienti servizi. I trasporti pubblici, per esempio, sono tutti elettrici e ben organizzati, rapidi e garantiti in qualsiasi orario. E per lui che inizia presto e finisce tardi la sua giornata lavorativa, è sicuramente positivo poter spostarsi agevolmente dal suo appartamento al locale. Ai fornelli del “Maya’s” sono in 6 cuochi, suddivisi in base ai piatti: Alessandro e Robert sono gli addetti alla pasta, che è molto apprezzata dai norvegesi: amatriciana e carbonara, sempre al dente, non mancano mai. Poi ci sono Domenico, socio del ristorante, un collega che si occupa delle insalate e altri due ragazzi (un italiano e un rumeno) per le pizze, fiore all’occhiello del menu, soprattutto l’ultima novità in carta, la pizza “mari e monti” con scampi e cozze.
«Abbiamo trovato la strada giusta per soddisfare le esigenze della clientela – ha spiegato Alessandro – che è molto eterogenea ed è curiosa di assaggiare gusti nuovi, ma anche molto legata ai piatti locali, tra i quali spicca il salmone». «Un altro prodotto molto pregiato in Norvegia è la frutta – aggiunge – e per questo, tra i dolci più gettonati che sono il tiramisù e la panna cotta, abbiamo aggiunto la sbrisolona, arricchita con le mele prodotte nel territorio».
La scelta vincente del “Maya’s” è stata di puntare sulla qualità e di scegliere materie prime pregiate, molte delle quali giungono direttamente dall’Italia, come i vini, soprattutto i rossi quali il Barbera, il Valpolicella e i formaggi. Uno dei piatti che va per la maggiore è l’“insalata di capra calda”. Protagonista un medaglione di formaggio di capra, rigorosamente italiano, sciolto al forno su un crostone di pane e adagiato su dell’insalata mista, condita con un dressing a base di aceto balsamico: una vera chicca per i norvegesi, che amano mangiare fuori casa sia a pranzo sia a cena e sanno gustare la buona cucina. Alessandro è davvero soddisfatto del suo lavoro e delle persone che ha conosciuto e racconta che gli abitanti di Oslo sono molto accoglienti, pronti a dare una mano e a divertirsi in compagnia, soprattutto la sera.
L’unico neo è la scarsità di ore di luce che in inverno sono davvero poche, ma dovendo lavorare sodo e avendo poco tempo libero, anche questo aspetto per lui passa in secondo piano. La cosa più importante è aver realizzato questa impresa e aver creduto in se stesso e nel suo desiderio di viaggiare e di conoscere il mondo.
Ai suoi coetanei italiani e a quanti stanno frequentando la sua scuola, Cuccu consiglia di studiare, di impegnarsi seriamente e di approfondire la conoscenza dell’inglese per fare esperienze all’estero, senza il timore di intraprendere nuove strade.
La scorsa estate, come premio, ha ricevuto un gradito regalo: dall’Italia è arrivato suo padre, lo chef Massimo Cuccu, da anni docente di Tecnica professionale di Cucina presso la scuola alberghiera “Santachiara” di Tortona e già docente di Robert e suo. Tre vite che si sono intrecciate attorno a un comune denominatore: la passione per il proprio lavoro.
Massimo, durante la sua visita, ha ribadito l’importanza della relazione professionale e affettiva sulla quale i due giovani potranno sempre contare, condividendo successi e difficoltà. Alessandro, che nel frattempo ha già ottenuto una promozione, ci saluta ribadendo il suo desiderio di continuare la sua attività al “Maya’s”, nella capitale che lo ha accolto e nella quale ormai si sente a casa. A 19 anni la sua convinzione e la sua voglia di continuare a migliorare sono la prova che non solo si può credere nei propri sogni, ma anche realizzarli.