Ecumenismo e dialogo interreligioso in Diocesi
Inizia oggi la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani che si concluderà il 25 gennaio. Due gli appuntamenti ecumenici con la celebrazione dei Vespri: sabato 20 nella parrocchia ortodossa rumena di Tortona e giovedì 25 in cattedrale con la partecipazione del pastore evangelico metodista Gregorio Plescan
TORTONA – I dati statistici aggiornati all’anno 2023, relativi a Tortona, Novi Ligure, Voghera, Broni, Stradella, i centri più grandi della Diocesi, documentano un notevole sviluppo delle comunità straniere presenti sul territorio. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono la Romania (5168), l’Albania (2557), il Marocco (2155), l’Ucraina (834), la Cina (792), l’Egitto (488), la Tunisia (439), lo Sri Lanka (361). Da aggiungere la ragguardevole cifra di 4600 residenti appartenenti ad altri gruppi nazionali (Africa sub sahariana, India, Sud America, ecc…). L’incremento numerico degli stranieri ha prodotto una storica mutazione del quadro religioso diventato pluralistico. Marocchini, tunisini ed egiziani sono musulmani. I cinesi che hanno rivitalizzato le antiche tradizioni religiose, sono taoisti, confuciani e buddisti. I romeni e gli ucraini sono in grande maggioranza Cristiani Ortodossi, con l’11% di Cattolici. Il 10% degli egiziani (109 Milioni) sono cristiani copti. Suddivisi tra musulmani, ortodossi e Cattolici gli Albanesi.
Rapporti con i cristiani ortodossi
Vescovo, clero e fedeli della diocesi, fin dall’inizio della recente immigrazione di massa, hanno assicurato ai cristiani ortodossi fraterna accoglienza e concreta assistenza.
In Voghera la Comunità Ortodossa romena ha usufruito per oltre un decennio di un Oratorio messo a disposizione. Detta parrocchia ortodossa, affidata a p. Catalin Stergarel, si è dotata recentemente di una chiesa propria, edificata secondo i canoni architettonici tradizionali. L’Oratorio lasciato dai Romeni è ora assegnato ai cristiani copti.
A Stradella la Parrocchia ha concesso agli Ortodossi romeni l’uso dell’Oratorio della Misericordia. A Tortona, nel decennio 2003-2013, p. Sorin Filip, sacerdote ortodosso romeno, attualmente parroco a Genova e decano per la Liguria, ha radunato settimanalmente la sua comunità locale, ospite nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore. Grazie ai buoni uffici del vescovo e del clero diocesano, l’Amministrazione comunale di Tortona ha concesso ai Romeni, in comodato d’uso, l’antica chiesa di Nostra Signora di Loreto, in coincidenza del passaggio di consegne al nuovo parroco romeno p. Catalin Aftodor.
A Tortona la Settimana di Preghiera per l’Unità ecumenica è regolarmente celebrata con la partecipazione del vescovo, del parroco ortodosso e di un pastore Protestante. L’inizio presso la Comunità ortodossa. La conclusione in cattedrale. Consolidate, amichevoli e fraterne le relazioni delle parrocchie ortodosse con le parrocchie, il clero, i religiosi e i laici cattolici della Diocesi, in particolare con i membri del MEIC e con i sacerdoti che condividono attivamente la causa ecumenica. In particolare il vescovo è significativamente invitato ogni anno alla celebrazione della Veglia pasquale ortodossa, sempre accolto e ascoltato con ossequio e devozione. Memorabile la Giornata della Pace, della Fratellanza, del Dialogo fra culture e religioni diverse, organizzata (ottobre 2015) d’intesa tra la Diocesi e l’Amministrazione comunale di Tortona. Parteciparono all’evento il vescovo, il sindaco, l’imam e il presidente della Comunità mussulmana di Tortona, il pastore della Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale ADI (Assemblee d’Italia) di Tortona, il pastore della Chiesa evangelica dei Fratelli in Tortona, il pastore della Chiesa Evangelica Metodista di Alessandria, il parroco ortodosso romeno.
Rapporti con i cristiani protestanti
I protestanti residenti in Diocesi si concentrano storicamente in alcuni, piccoli centri. L’immigrazione più recente ha disseminato gruppi protestanti nuovi, di varia provenienza, di varie denominazioni e di varia consistenza numerica. Si tratta in gran parte di comunità ecclesiali “pentecostali”, “carismatiche”, “libere”. Non prive di risorse economiche, acquisiscono locali e sono portate all’annunzio e al proselitismo più che al dialogo e alla cooperazione. Una certa renitenza a partecipare alle preghiere della Settimana ecumenica e ad altre iniziative di testimonianza cristiana comune deriva dalla loro tipica concezione teologica della Sacra Scrittura, della fede, della grazia, della salvezza, e del Ministero pastorale nella Chiesa. Stabilire anche con loro, per quanto possibile, buone e proficue relazioni, dovrà essere oggetto di persistente impegno da parte cattolica.
Rapporti con ebrei, mussulmani e testimoni di Geova
Le relazioni con gli ebrei, in ragione della ridotta presenza numerica, sono a livello individuale e occasionale. L’ebraismo e la sua storia sono presentati negli ambienti cattolici, in termini di rispetto e stima.
I mussulmani sono notevolmente aumentati di numero. In certi quartieri si registra una forte presenza delle loro famiglie ricche di molti figli educati all’osservanza della Legge coranica con i suoi valori tradizionali non negoziabili; all’obbedienza del papà, all’ossequio della mamma; a un serio impegno nello studio e nel lavoro; a un contegno civile, dignitoso e moralmente sano. I loro giovani pertanto sono, in genere, una presenza numerosa, qualificata e significativa nella Scuola, nello sport e nel tempo libero. Generalmente aperti alla buona convivenza ed amicizia con i compagni italiani, che a loro volta generalmente li apprezzano.
I mussulmani mantengono normalmente un atteggiamento educato e rispettoso verso i cristiani e la Chiesa, accompagnato tuttavia da un certo distacco e da un tranquillo disinteresse, sinceramente convinti, come sono, di appartenere alla più perfetta di tutte le comunità religiose. Non risultano particolarmente interessati e disposti ad intraprendere e approfondire un dialogo religioso aperto su un piano di parità. All’occorrenza usufruiscono della diffusa ed efficiente rete di volontariato cattolico, che offre a tutti, senza alcuna discriminazione etnica e religiosa, atti concreti di rispetto, di solidarietà, ma talvolta interpretano a modo loro, in modo sconcertante, le motivazioni degli operatori cristiani.
I testimoni di Geova consolidano le loro strutture sul territorio (edifici di culto) e mantengono la loro tipica impermeabilità al dialogo che si accompagna all’attività “missionaria” porta a porta. Nonostante l’indefessa, capillare, aggressiva, propaganda, non pare registrino incrementi notevoli di aderenti.
La Chiesa cattolica locale, grazie alla diffusa, efficiente e benemerita rete di volontariato, ha offerto e offre accoglienza e solidarietà concreta, senza alcuna discriminazione etnica-religiosa.
Irreversibile impegno ecumenico
Intenzione costante e irreversibile da parte cattolica è stabilire contatti e collegamenti con tutti gli interlocutori avvicinabili e disponibili al dialogo e alla collaborazione, sulla base della dichiarazione del Concilio Vaticano II: “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo nelle altre religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini” (Nostra Aetate, 2).
Tra cristiani, in particolare, come insegna Papa Francesco “le tante e tanto preziose cose che uniscono sono indubbiamente più di quelle che dividono. Se realmente crediamo nella libera e generosa azione dello Spirito, quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri! Non si tratta solo di ricevere informazioni sugli altri per conoscerli meglio, ma di raccogliere quello che lo Spirito Santo ha seminato in loro come un dono anche per noi” (Evangelii gaudium, 119-120, 246).
Don Roberto Lovazzano
Delegato diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso