Einstein è tornato a Casteggio

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Proiettato alla Certosa Cantù il docufilm del regista Alessandro Scillitani che ripercorre i soggiorni italiani dello scienziato

Esattamente un anno fa, nel 2021, su Rai Storia andava in onda il docufilm Einstein parla italiano del regista Alessandro Scillitani, che sabato 10 settembre è stato proiettato, per la prima volta in assoluto, in una sala davanti al pubblico. Non a caso è stata scelta la cornice della Certosa Cantù di Casteggio, in quell’Oltrepò pavese che il premio Nobel conosceva e amava.

Le storiche della scienza Raffaella Simili e Sandra Linguerri hanno avuto il merito di indagare sui rapporti di Einstein con l’Italia, pubblicando nel 2008 il libro da cui ha tratto origine l’omonimo film. Einstein, infatti, nel 1896 lasciò la Germania e la scuola che frequentava e raggiunse la famiglia che si era appena trasferita a Pavia. Per sei mesi, mentre aspettava di essere accettato in una scuola svizzera, girò al seguito del padre Hermann che con lo zio Jacob aveva fondato una fabbrica di illuminotecnica in Lombardia. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera nel 1921 fu proprio Einstein a ricordare di aver vissuto da giovane in Lombardia, a Pavia e a Milano e di aver trascorso le vacanze estive, insieme alla sorella minore Maja, presso la famiglia Marangoni a Casteggio, stringendo amicizia con la giovane Ernestina, poco più grande di lui. I soggiorni erano proseguiti fino al 1902, anno della morte del papà e avevano toccato varie città tra cui Como, Venezia, Trieste e numerose zone montuose.

Nel 1921 fu di nuovo in Italia, invitato dal matematico Federigo Enriques. In quell’occasione Einstein tenne tre lezioni all’Archiginnasio di Bologna, tutte in italiano, e si recò poi all’Università di Padova per rendere omaggio al matematico Ricci-Curbastro. E proprio quell’anno ricevette il Premio Nobel. I 50 minuti della pellicola raccontano i legami non solo scientifici, ma anche familiari e personali dell’uomo, come la profonda amicizia con Ernestina Marangoni, destinataria di un fitto carteggio. Scillitani, giungendo a Casteggio, si è reso conto che questo legame tra i due è noto a molti, così come il ricordo di Einstein che camminava tra i vigneti e suonava il violino. Lo stesso Albert parlando dell’adolescenza tra Pavia, Milano e Casteggio la definiva come gli anni “più belli della mia gioventù”. Nel docufilm si narra anche del suo tentativo di scongiurare il giuramento al regime richiesto nel 1931 ai docenti universitari, andato a vuoto e per il quale annotò sul suo diario: “Nulla di fatto. In Europa andiamo incontro a bei tempi”.

Dopo la Seconda Guerra mondiale, Einstein riprese a scrivere a Ernestina, rallegrandosi per la caduta della dittatura; mentre esprimeva solidarietà al filosofo Benedetto Croce.

Come ha evidenziato il regista Scillitani «questo documentario racconta un’immagine più intima e meno divulgata di Albert, con aspetti quasi familiari, attraverso i luoghi a lui cari come Pavia, con il ponte coperto, l’ex fabbrica del padre e Palazzo Cornazzani, dove visse per un breve periodo insieme alla famiglia, e poi Casteggio, il Pistornile e i vigneti oltrepadani».

Scillitani, nella stessa giornata, ha presentato anche un altro suo film dedicato alla Via Postumia che un tempo passava da Casteggio e grande è stata la sua soddisfazione per l’incontro con il territorio e per l’entusiasmo con il quale è stato accolto il suo lavoro. In molti hanno apprezzato gli aspetti poco noti del periodo “casteggiano” del grande scienziato che il regista ha illustrato.

A interpretare Einstein è stato l’attore Francesco Petruzzelli, mentre Bernardino Bonzani, Lucia Donadio e Benedetta Pigoni sono rispettivamente Federigo Enriques, Ernestina Marangoni e Adriana Enriques. Ha collaborato alla stesura anche lo scrittore Giorgio Scianna, parente della Marangoni, che ha avuto un ruolo importante nella realizzazione della versione cinematografica.

Daniela Catalano

Alessandro Scillitani
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