Entriamo nella fase sapienziale
Sinodo della Chiesa universale. Ci aspettano due momenti significativi. E nel cammino diocesano saremo chiamati a proseguire il nostro “discernimento” sulle “Comunità pastorali”
Alla ripresa delle attività e affacciandoci sul nuovo Anno Pastorale, torniamo a condividere qualche riflessione circa il Sinodo della Chiesa universale. Fin dal suo inizio nel 2021, per volontà di Papa Francesco, il tema scelto non è stato un particolare settore della vita pastorale delle nostre diocesi e delle nostre parrocchie (per esempio la famiglia, i giovani, le vocazioni, ecc.) bensì la “sinodalità” stessa: “Per una Chiesa sinodale”. Pensato e programmato su più anni (2021- 2024) si è voluto strutturale il Sinodo in tre fasi: narrativa, sapienziale e profetica (che si aprirà nell’autunno del 2024). La fase narrativa, divisa in due anni, ci ha visto riflettere dapprima sul “camminare insieme” e poi sulla proposta dei “Cantieri di Betania”. All’inizio di questo nuovo Anno Pastorale ed entrando nella seconda fase sinodale, quella sapienziale, siamo attesi da due passaggi altamente significativi. Il primo. Il 4 ottobre a Roma si aprirà la I Sessione del Sinodo ordinario della Chiesa sul tema che abbiamo conosciuto e affrontato in questi due anni. Il secondo. Viene chiesto a tutte le Diocesi del mondo di proseguire il lavoro “in loco”. Per fare ciò, ci sono state date nuove linee guida che hanno come icona evangelica il brano di Emmaus da cui il titolo: “Si avvicinò e camminava con loro”. Nell’estate, poi, agli addetti ai lavori, è stato consegnato un testo di “Orientamenti metodologici per il discernimento della fase sapienziale nelle Diocesi”. Quello che ci apprestiamo a vivere, nella fase sapienziale del nostro Cammino sinodale, è proprio il discernimento comunitario “realistico”, cioè operativo, orientato all’individuazione dei mezzi per costruire una Chiesa più aderente al Vangelo. Non è questione di nuovi contenuti, ma di un nuovo stile: sinodale, cioè capace di ascoltare la voce dello Spirito e di ascoltarsi reciprocamente, di camminare insieme, di attendersi con pazienza, di spronarsi con audacia. Seguendo le indicazioni già evidenziate per la scorsa fase dal nostro vescovo, come cammino diocesano saremo chiamati a proseguire il nostro “discernimento” circa le “Comunità pastorali”. A queste si uniranno le indicazioni che Mons. Guido Marini ci proporrà sabato 30 settembre durante la Messa di apertura dell’Anno Pastorale.
Mons. Marco Daniele
Estratto degli “Orientamenti”
Nella continuazione del cammino sinodale delle Chiese in Italia, che sta per entrare nel terzo anno dedicato alla seconda fase dopo quella narrativa, la Conferenza Episcopale Italiana ha diffuso gli “Orientamenti metodologici per il discernimento della fase sapienziale nelle diocesi” nei quali si trovano nuove indicazioni per supportare il percorso all’interno delle realtà ecclesiali. Nel documento si legge che “il Cammino sinodale delle Chiese in Italia sta proseguendo nel solco segnato da papa Francesco nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, che delinea una Chiesa missionaria, prossima alla gente, dinamica e solidale”. Un passaggio ci può orientare in questa fase: “La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del ‘si è fatto sempre così’. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia […]. L’importante è non camminare da soli, contare sempre sui fratelli e specialmente sulla guida dei vescovi, in un saggio e realistico discernimento pastorale” (n. 33). “L’obiettivo della fase sapienziale consiste nel realizzare ‘discernimento ecclesiale’ cioè nell’approfondire quanto ascoltato e sperimentato nella fase narrativa e nell’elaborare scelte concrete da presentare poi nella fase profetica e decisionale, in vista della conversione sinodale e missionaria della Chiesa (cfr. Linee Guida, p. 4). Questo processo di discernimento si realizza in ogni Diocesi, approfondendo ciò che lo Spirito oggi dice alla Chiesa locale e contribuendo così anche al discernimento di tutte le Chiese in Italia, in vista di decisioni che saranno prese nel Cammino sinodale a livello nazionale. I soggetti da coinvolgere nel discernimento diocesano sono molti, oltre ai gruppi sinodali sul territorio: i consigli pastorali, i consigli per gli affari economici, i consigli presbiterali, gli organismi di curia, le parrocchie, le associazioni e le aggregazioni laicali, le comunità religiose, ecc. Le equipe sinodali potranno svolgere un ruolo importante di raccordo tra questi soggetti ecclesiali. In questa fase il ruolo fondamentale è svolto dagli organismi di partecipazione ecclesiale, in cui sono presenti tutte le componenti del popolo di Dio e dove Pastori e fedeli si esercitano nell’ascolto e nel dialogo fino alla maturazione del ‘consenso ecclesiale’, che prepara infine la decisione” (cfr. Linee Guida, p. 9).