Estate 2020: ecco come cambieranno le attività degli oratori diocesani
La parola a don Orezzi per la Pastorale giovanile, a don Padrini presidente dell’A.N.S.P.I., a don Ghiacci per l’A.C. e a don Bianchi, mons. Daniele e don Sironi
Nel nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri si consente di aprire i centri estivi tradizionali a partire dal 15 giugno.
Questo significa che apriranno gli oratori e si torneranno a fare i grest? La risposta non è semplice e richiede una spiegazione per sapere cosa accadrà, “in tempo di pandemia”, quando inizierà la stagione estiva. Per cercare di capire ci siamo rivolti a don Cristiano Orezzi responsabile del Servizio di Pastorale giovanile diocesano, a don Paolo Padrini, presidente dell’A.N.S.P.I., l’ente che riunisce i circoli oratoriali in diocesi e ad alcuni fra i tanti sacerdoti che svolgono attività
estive in parrocchia.
Da tutti emerge forte la volontà di prendersi cura delle nuove generazioni. «C’è bisogno, infatti, di far riprendere le relazioni e aiutare la comunità a ritrovarsi, pur sapendo che non sarà possibile (almeno nell’immediato) fare le cose di sempre». A livello nazionale è stato approntato un documento dal Servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Cei, che s’intitola “Aperto per ferie – Progetto per l’estate ragazzi
in tempo di pandemia”.
Don Orezzi ci spiega che il progetto è articolato in due fasi: la prima prevede l’utilizzo di piattaforme web, in cui si propone una serie di attività laboratoriali e giochi da fare online, con momenti di preghiera virtuale. Un oratorio estivo, ma a distanza.
La seconda fase, che si dovrebbe attuare a luglio, parla di piccoli gruppi, con un adulto ogni 7 bambini e 1 ogni 10 ragazzi e con animatori maggiorenni. «Sono previste norme molto rigide e severe per evitare assembramenti e situazioni a rischio – prosegue don Cristiano – e si dovrà riuscire a garantire tutte le condizioni, collaborando strettamente con il Comune e le istituzioni». «L’idea è creare un oratorio “arcipelago”, come è stato definito, che coinvolge vari ambienti della comunità: spazi parrocchiali, ambienti scolastici, palestre comunali, parchi, cortili, piazze e centri sportivi – continua il sacerdote – studiando fasce orarie e percorsi alternativi». Tutto questo comporta molto lavoro e tanti sacrifici e sicuramente richiede tempo. Perciò, come nel caso di Stradella, dove don Orezzi è viceparroco, se ne può ipotizzare la realizzazione nel mese di luglio. Don Paolo Padrini si sta muovendo a nome dell’A.N.S.P.I. per invitare tutti gli oratori a riprendere le attività dopo il 15 giugno. Anche per lui la condizione essenziale resta quella di attenersi scrupolosamente alle regole previste. «Sono state fornite delle linee guida per gestire persone e spazi e ognuno, in base alla sua situazione, ragionerà su come muoversi. – commenta – L’A.N.S.P.I., però, ancora più di prima è pronta a lavorare accanto alle comunità cristiane». «È importante, infatti, mettersi a ragionare luogo per luogo per riprendere il servizio – aggiunge don Padrini – e ogni parroco potrà decidere autonomamente cosa fare.
La nostra associazione è a totale disposizione per lavorare insieme ai sacerdoti e alla Pastorale giovanile». Un aspetto da non tralasciare, come evidenzia don Paolo, è quello delle famiglie che dovendo lavorare non possono seguire i figli ma che saranno anche titubanti sulla possibilità di inserirli in gruppi eterogenei o in ambienti non domestici. Dovranno attuarsi, dunque, una seria riflessione alla base di ogni scelta e un’unità di intenti per quanto riguarda l’attuazione dei progetti, «lavorando sempre con scrupolo e discernimento».
Tre grandi centri della diocesi come Novi Ligure, Casteggio e Tortona, con una lunga tradizione di grest estivi molto partecipati, sono al momento accomunati dalla scelta di capire cosa e come fare. Don Massimo Bianchi, mons. Marco Daniele e don Luca Ghiacci sono concordi nell’affermare che i ragazzi non devono essere lasciati soli ma anche che per ora non ci sono le condizioni pratiche per una riapertura. Sulle stesse posizioni anche don Fulvio Sironi che recentemente ha visto nascere nelle sue parrocchie di Volpedo e Casalnoceto, dove è da poco parroco, la realtà dell’oratorio. Tutti condividono l’idea che gestire dei giovani e rispettare rigidamente le norme sia un compito molto gravoso per la mancanza di spazi e forze adeguate. Don Luca Ghiacci, che è anche assistente dei giovani di Azione Cattolica, è pronto a utilizzare, appena sarà disponibile, il sussidio che l’associazione sta realizzando per mantenere vivi i legami con i ragazzi del Duomo e di San Matteo. Mons. Marco Daniele sta valutando la possibilità di fare una o due settimane di grest, con piccoli gruppi, nel mese di agosto e don Bianchi pensa a un’animazione che, attraverso il web, possa coinvolgere la sua comunità, in vista di possibili momenti di incontro. Don Sironi considera la possibilità di una ripartenza: «Approfitteremo di questo periodo per progettare al meglio con le parrocchie il futuro dei nostri oratori quando l’emergenza sarà finalmente terminata».
Per ora dal lunedì al venerdì le sue comunità saranno di supporto all’oratorio di Viguzzolo in modo da poter offrire, all’interno del vicariato, almeno un servizio alle famiglie che lo hanno richiesto. «Stiamo cercando di capire se sarà possibile riprendere l’attività tra Volpedo e Casalnoceto nel fine settimana, ovviamente nel rispetto e nella tutela della salute di tutti. Così come vedremo se sarà possibile la vacanza in montagna a fine luglio».
Come scrive la Cei «la Chiesa non chiude e non abbandona i ragazzi a se stessi» e nella nostra diocesi è molto chiaro che «la cura dei ragazzi e adolescenti non può rimanere solo in carico alle famiglie». I prossimi giorni saranno dedicati a ricercare formule e strumenti che permetteranno di vivere questa strana estate non da soli ma uniti dal desiderio di camminare, distanziati, verso una meta condivisa.
Daniela Catalano