Ex Ilva: i sindacati lanciano l’allarme
Rinnovo della cassa integrazione e problemi per la sicurezza: in attesa di risposte certe e chiare
NOVI LIGURE – Continua la fuga generale dall’ex Ilva novese.
A lanciare l’allarme sono i sindacati, che la scorsa settimana hanno organizzato un incontro allargato al quale erano presenti, oltre ai giornalisti, anche una folta rappresentanza di operai e il nuovo sindaco Rocchino Muliere. Se dall’ultimo accordo di settembre 2018 si prospettava una presenza di 700 persone, con tanto di nuove assunzioni, sono, invece, 610 quelle impiegate ora a livello cittadino.
Nelle scorse settimane, Cgil e Cisl, ma non Uil, hanno sottoscritto un accordo per il rinnovo della cassa fino al 17 marzo 2024, che prevede la rotazione fino a un massimo di 155 dipendenti al giorno.
«Il piano del 2018 prevede 6 milioni di tonnellate annue ma ora è già tanto se si arriva a 3. Da allora, non si sono più visti piani industriali. – spiega Alberto Pastorello, segretario provinciale Uilm-Uil – Da tempo evidenziamo pure i problemi legati alla sicurezza. Gli investimenti non ci sono. Se non arrivano risposte, non possiamo far finta di niente e qualcosa dovremo inventarci». Anche la manutenzione degli impianti, ordinaria e straordinaria, è ai minimi storici.
«In un quadro incerto abbiamo avuto inspiegabilmente un incremento di cassa negli ultimi giorni in tutta Italia. – sottolinea Maurizio Cantello, segretario provinciale Fiom Cgil – Questo va in contrapposizione con la ripartenza dell’altoforno 2 di Taranto, che a detta dell’azienda avrebbe dovuto generare ricadute positive ovunque.
Sul fronte ferie c’è una situazione anomala.
Nelle ultime due settimane sono state revocate quelle già richieste e anche altre da domandare in questi giorni».
Luca Lovelli