«Fare insieme la strada del Sinodo è un appello del Signore»

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Il 20 gennaio la Commissione diocesana e il vescovo hanno incontrato i referenti dei Vicariati per condividere le tracce del cammino del secondo anno

TORTONA – Venerdì 20 gennaio, alle ore 21, nel salone della Caritas, la Commissione diocesana per il Sinodo, insieme al vescovo, ha incontrato i referenti dei 10 Vicariati della Diocesi per proseguire nel secondo anno del percorso. In apertura, dopo l’invocazione allo Spirito Santo, è stato letto un passo del libro del profeta Isaia (Is1,12-18) scelto tra le letture proposte per la Settimana dell’unità dei cristiani. Ha preso poi la parola Mons. Marini che ha ricordato l’importanza della Settimana, iniziata il 18 e conclusa il 25 gennaio, “parte qualificante” del Sinodo, nel segno della comunione. «Ciò che stiamo vivendo come cammino insieme deve riguardare tutti i fratelli. – ha affermato Mons. Marini – e come ricorda il profeta, è importante la conversione del cuore che rende possibile l’esperienza di condivisione.

Solo cambiando il cuore si può ottenere il cambiamento e la comunione cresce e si edifica partendo dall’incontro autentico con Gesù». «Il nostro cammino dell’unità – ha detto ancora – trova la sua radice nella conversione del cuore». Il vescovo ha fatto anche riferimento al passo del giorno del Vangelo di Marco, nel quale Gesù “chiamò i suoi perché stessero e poi li mandò nel mondo”.

Queste tre parole: “chiamò, stettero, mandò” sono state da lui indicate come le parole chiave che indentificano la via sinodale.

Il Sinodo è questo: essere chiamati dal Signore, nella potenza del suo Spirito a camminare insieme, dopo aver ricevuto una chiamata che viene dall’alto.

«Non siamo noi che decidiamo di fare la strada insieme, ma è un appello del Signore e dunque è una grazia che viene dall’alto». Il Sinodo è uno stare insieme “noi con Lui”, è un camminare “noi con Lui”.

Come ha chiarito il vescovo, camminare con Lui e «non può essere un’autoreferenzialità gratificante del ritrovarsi perché lo sguardo, il cuore e la prospettiva è andare fuori. Solo con Lui si può diventare testimoni con la parola e con la vita». Tutta la Diocesi è chiamata a vivere il Sinodo per uscire fuori, è chiamata cioè ad avere con l’anelito e la passione per la testimonianza del Signore di cui il mondo ha bisogno.

Concluso il momento di preghiera, mons. Marco Daniele, vicario episcopale per l’attuazione del programma pastorale e membro della commissione diocesana, ha preso la parola per spiegare quanto è stato realizzato in questo periodo anche a livello nazionale. Proprio il prossimo 31 gennaio si terrà online un incontro a livello nazionale nel quale saranno raccolte le riflessioni emerse in tutte le commissioni e sarà prodotto il contributo italiano per l’assemblea continentale che si terrà a Praga dal 5 al 12 febbraio. Ha poi lasciato la parola ai singolo referenti dei Vicariati che hanno raccontato le loro esperienze e quanto sono riusciti a fare nel periodo trascorso da ottobre a gennaio.

A livello diocesano, mons. Daniele ha poi spiegato che la Commissione ha lavorato alla realizzazione di 4 schede che corrispondono ai 4 Cantieri da considerare la guida del secondo anno e ispirati al documento iniziale del Sinodo. La strada e il villaggio, l’ospitalità e la casa e le diaconie e la formazione spirituale e le comunità pastorali sono i temi elaborati. I singoli Vicariati potranno scegliere uno dei Cantieri per lavorare insieme, tenendo presente che tutti, a livello diocesano, dovranno affrontare quello delle Comunità pastorali. Dopo la presentazione delle 4 schede da parte dei membri della commissione, ha di nuovo preso la parola il vescovo che ha ringraziato la commissione e i referenti per il lavoro svolto e ha invitato a non lasciarsi sopraffare dalla comune stanchezza del secondo anno ricordando che lo stile sinodale fa parte dell’identità della Chiesa e sarà l’habitus per gli anni futuri.

Sono stati 5 i punti che lui ha individuato per vivere pienamente la sinodalità diocesana.

Il primo è la decisione di creare un consiglio presbiterale “allargato” a tutto il clero diocesano, il secondo è il rinnovamento dei vicari foranei che dovranno promuovere la comunione e avere un’identità ben precisa.

Come terzo punto Mons. Marini ha invitato a individuare in tempi brevi quelli che saranno i referenti parrocchiali e a creare i consigli pastorali vicariali. Ha poi annunciato, come quarto punto, l’inizio della visita pastorale nel 2024, che avrà caratteristiche diverse dalle precedenti e per la quale sarà creata anche un’apposita commissione diocesana; infine come quinto punto ha indicato l’esigenza di una modalità permanente di Sinodo che potrebbe declinarsi nella realizzazione di un’assemblea sinodale con carattere permanente, da riunire per prendere in considerazione questioni importanti sulle quali riflettere insieme.

Prima della benedizione finale, il vescovo e mons. Daniele si sono detti fiduciosi sul futuro del Sinodo e sul percorso che si sta realizzando e che sicuramente darà frutti buoni e duraturi.

Daniela Catalano

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