Fiamberti: «Basta commercializzare le bolle invece dell’uva»

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Scandalo del vino in Oltrepò. Nuove prese di posizione. Il consiglio comunale aperto a Canneto Pavese. Gli interventi di un membro del Cda della cantina cooperativa al centro delle indagini e del presidente della Fondazione Gal

L’accaduto è di una gravità assoluta che, se confermato in sede di giudizio, incide oltre che sul buon nome della nostra viticoltura, su tutta l’economia del nostro territorio (accoglienza, ristorazione, agriturismi).

L’Oltrepò Pavese vitivinicolo non è quello degli scandali, la nostra terra è sincera, la nostra gente è laboriosa e coscienziosa, attaccata a valori antichi di operosità, capacità e serietà.

Condanniamo con forza e rabbia quanto accaduto riponendo piena fiducia sull’operato della magistratura affinché i responsabili vengano al più presto puniti». È questo uno dei passaggi principali del lungo documento che 40 sindaci dell’Oltrepò vitivinicolo hanno sottoscritto venerdì 31 gennaio a sostegno del territorio e del settore, sconvolti dall’ennesimo scandalo che ha coinvolto la cantina sociale di Canneto Pavese, e che è stato presentato nel corso del consiglio comunale aperto in Comune proprio a Canneto per parlare della vicenda.

Un consiglio comunale voluto con forza dal sindaco Francesca Panizzari.

«Chiediamo con forza che gli organismi vitivinicoli del territorio si uniscano per lavorare fattivamente all’interno del tavolo istituzionale attivato da Regione Lombardia, per superare le criticità dei temi ad oggi irrisolti. – si legge ancora nel documento – Siamo disponibili ad assumerci la responsabilità di rivestire un ruolo propositivo, poiché primi custodi e difensori dell’immagine e reputazione del territorio e auspichiamo particolare attenzione affinché la cantina di Canneto rimanga, con rinnovata gestione, in attività per la salvaguardia dei soci e dei lavoratori dipendenti».

Durante il consiglio comunale ha preso la parola anche Massimo Piovani, membro del Cda della cantina e appena nominato coordinatore del consiglio per gestire questa fase dopo gli arresti del presidente e della vicepresidente. «La mattina delle perquisizioni ci è caduto il mondo addosso. – ha spiegato – Mai ci saremmo aspettati una cosa del genere, anche perché si era creato un solido rapporto di fiducia con i vertici. Ci sentiamo in colpa soprattutto per i soci e i dipendenti che sono le vere vittime di questa vicenda». Piovani, poi, ha illustrato i prossimi passi che la cantina intende seguire: «In tempi rapidi va nominato un soggetto che assuma le deleghe del presidente almeno per pagare gli stipendi ai dipendenti e il saldo 2018 delle uve ai 50 soci che lo aspettano. – ha concluso – E poi ci presenteremo in assemblea di fronte ai soci stessi per sentire da loro quale dovrà essere il futuro della cantina, che nel frattempo è aperta e funzionante perché non ci sono i sigilli».

Infine è intervenuto anche Riccardo Fiamberti, presidente della Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepò pavese e già sindaco del paese: «Bisogna finirla con le rese troppo alte per ettaro che consentono di commercializzare le bolle invece dei quintali di uva. – ha concluso – Siamo davanti a troppe denominazioni che confondono il consumatore; dobbiamo accorciare la filiera e introdurre la zonazione. I sindaci devono avere sempre più potere di proposta e di controllo».

Oliviero Maggi

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