Fine dello stato di emergenza

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Dal 31 marzo cambiano le regole: saranno cancellate quasi tutte le restrizioni. Resta l’obbligo della mascherina al chiuso. Intanto i contagi stanno risalendo

Lo scorso 17 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che introduce disposizioni per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza, prevista per il 31 marzo.

«Voglio ringraziare gli italiani per l’altruismo – le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi a margine della riunione – per la pazienza dimostrata in questi anni. Noi siamo spesso percepiti come dotati di scarso senso civico, invece in questa pandemia siamo stati bravissimi, occorre andarne fieri», ad iniziare dalla scelta massiccia per le vaccinazioni, grazie alle quali «sono stati evitati quasi 80 mila decessi in più nel solo 2021». Draghi ha inoltre confermato ufficialmente l’imminente fine dello stato di emergenza da Covid il prossimo 31 marzo e ha varato le regole conseguenti, sottolineando comunque che il percorso di uscita dall’emergenza sanitaria dev’essere monitorato con accortezza alla luce dell’andamento dei contagi. Negli ultimi giorni è da registrare l’aumento dei positivi, fortunatamente non accompagnato dalla crescita di ricoveri e decessi.

«L’obiettivo del governo – ha ricordato Draghi – era il ritorno alla normalità, la riconquista della nostra socialità» ed «è uno stato a cui siamo arrivati». Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a «provvedimenti importanti che eliminano quasi tutte le restrizioni che hanno limitato i nostri comportamenti». Il premier ha inoltre rivendicato con forza il «grande successo» del Green pass che dal 1° maggio uscirà di scena, tranne alcune eccezioni per contesti particolari (per esempio in ospedale o nelle Rsa).

Fino al 30 aprile nei luoghi di lavoro sarà sufficiente il Green pass base, nei trasporti sarà richiesto solo per le lunghe percorrenze. In bar e ristoranti all’aperto non sarà più necessario già dall’inizio di aprile, così pure nelle attività sportive. Ancora un mese di validità per le situazioni con grandi assembramenti come i concerti e le manifestazioni sportive negli stadi (che torneranno alla piena capienza). Da aprile niente certificato verde anche negli hotel. Resterà invece in vigore per tutto il prossimo mese l’obbligo delle mascherine Ffp2 negli ambienti chiusi.

Dal 1° aprile scompare l’obbligo di quarantena per chi ha avuto un contatto con un positivo (positivo che invece continua a dover rimanere a casa in isolamento).

Sul fronte del lavoro, le attuali regole sullo smart working rimangono in vigore fino al 30 giugno. Con la fine dello stato di emergenza andrà in soffitta anche la suddivisione dell’Italia in zone colorate.

Per quanto riguarda la scuola, la Didattica a distanza scatterà solo per gli alunni positivi, mentre i contatti stretti potranno continuare a frequentare le lezioni in presenza, seguendo le regole dell’autosorveglianza se i casi di positività dovessero essere più di quattro. Riprenderanno anche le gite scolastiche.

Con la fine dello stato d’emergenza cambieranno anche gli assetti organizzativi e sarà sciolto il Comitato tecnico scientifico e il governo si avvarrà della consulenza dell’Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità. Decade anche la figura del Commissario straordinario. Per tutto l’anno in corso, soprattutto per completare la campagna vaccinale, subentrerà una struttura transitoria presso il ministero della Difesa, in collaborazione con il ministero della Salute, e sarà proprio quest’ultimo a prendere in carico tutte le competenze a partire dal 2023. L’obiettivo è un riassetto complessivo che consenta di affrontare in futuro, con strumenti ordinari, altre eventuali emergenze sanitarie.

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