Fondazione “San Martino”: cresce l’impegno nella lotta all’usura

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L’attività svolta dall’ente della Caritas diocesana nel periodo della pandemia

TORTONA – Uno dei pochi reati in crescita nel primo semestre del 2020 è l’usura, cioè la pratica di prestare denaro a interessi elevati. Se in passato erano gli strozzini i protagonisti, oggi si sono aggiunte anche le finanziarie e i servizi online pronti a fornire prestiti da usurai. Le vittime sono spesso persone che oltre alle difficoltà economiche, non hanno possibilità di accedere al credito legale e per questo motivo si affidano a fonti alternative illegali. Le denunce e i casi che emergono sui giornali rappresentano soltanto la punta dell’iceberg di una realtà molto più complessa e sconosciuta. Entrare nella rete dell’usura significa perdere pian piano la propria dignità, impoverirsi materialmente e psicologicamente, diventare sudditi di una persona dalla quale sembra dipendere il benessere economico. Sperare di uscirne continuando a pagare le rate del prestito è uno sbaglio. L’unico modo per sconfiggerla è denunciare o rivolgersi alle Fondazioni Antiusura che fanno parte della Consulta Nazionale Antiusura e sono iscritte in un apposito registro del Ministero dell’Interno. Tra queste c’è la Fondazione Antiusura “San Martino Onlus” della Diocesi di Tortona, che offre ascolto, aiuto e assistenza a chi cade nelle mani degli usurai e a quanti rischiano per imprudenza di diventarne vittime. Opera sul nostro territorio dal 2010 ed è nata grazie alla collaborazione tra Diocesi e Fondazione CR Tortona. Insieme al presidente, don Francesco Larocca, svolge un ruolo fondamentale il ragioniere volontario Piero Agnello che ha contribuito alla nascita dell’ente. Con lui lavora Barbara Viganone, responsabile amministrativa, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.

Chi aiuta la Fondazione “San Martino”?

«I beneficiari degli interventi della Fondazione “San Martino” sono prevalentemente le famiglie, le piccole aziende e le singole persone che versano in difficili condizioni economiche, alle quali è precluso l’accesso al credito tradizionale e che rischiano di cadere vittime dell’usura. La Fondazione ope- ra mediante l’aiuto economico, l’assistenza finanziaria e giuridica, compreso l’appoggio morale e formativo. In generale, i prestiti non sono erogati direttamente, ma da istituti bancari con i quali sono state stipulate apposite convenzioni e che, a fronte di garanzia totale o parziale, concedono finanziamenti antiusura alle condizioni migliori».

Microcredito e Fondo di Emergenza Sociale: che cosa sono?

«Sono i due strumenti che utilizza la Fondazione “San Martino”. Il microcredito, per le attività economiche o per i privati, comporta la restituzione del capitale con tasso di interesse molto basso e in tempi molto diluiti; il Fondo Emergenza Sociale permette di intervenire in situazioni di grave disagio economico e sociale nei confronti di nuclei familiari, spesso in sintonia con le altre realtà socioassistenziali del territorio».

Come ha influito il Covid sull’attività della Fondazione?

«Di fronte alle ripetute chiusure e limitazioni imposte dalla pandemia a imprese e famiglie, la Fondazione è stata costretta a modificare il modo di intervenire, cercando di evitare il più possibile i contatti personali, ma aumentando contemporaneamente i contatti via telefono e computer, e in ogni caso senza mai chiudere gli uffici che hanno continuato a essere disponibili per affrontare situazioni finanziarie di marcata difficoltà.

Fanno fede i numeri: nel 2020 sono state aiutate 71 famiglie per circa 22.000 euro tramite il Fondo di Emergenza Sociale e sono state avviate 10 pratiche di microcredito per un totale di 123.100 euro. Sono cifre in costante aumento rispetto al 2019».

Quali sono i progetti per il futuro?

«La Fondazione “San Martino” guarda al futuro introducendo delle novità negli aiuti.

Stiamo, infatti, assistendo diverse famiglie che hanno problemi di sovra indebitamento, cioè sono incapaci di far fronte a debiti non attinenti ai bisogni della famiglia, ma contratti per esigenze diverse, a causa della diminuzione delle entrate».

Il 18 marzo si è svolta l’assemblea annuale della Fondazione alla presenza del vescovo. Che cosa è emerso dall’incontro?

«Il vescovo, dopo un’attenta riflessione sul contenuto della relazione, nel compiacersi della costante crescita della Fondazione, ha rinnovato l’invito a tutti gli operatori che svolgono il loro servizio a contatto con per- sone e imprese che si trovano in difficoltà, a non dimenticare mai l’aspetto umano e sociale. Ha poi ricordato che non si tratta soltanto di un ente economico-finanziario ma soprattutto di una realtà di estrazione diocesana, che deve sempre operare con spirito caritatevole e umano».

I soci hanno votato il nuovo statuto: quali sono le novità?

«I soci della Fondazione hanno appena approvato l’adeguamento dello statuto alle nuove norme disciplinate dal codice del Terzo settore, la Fondazione sarà iscritta nel registro unico nazionale del Terzo settore (Runts). L’ente del Terzo settore (Ets) è una delle principali novità della riforma.

Si tratta di una nuova qualifica giuridica costituita per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, senza scopo di lucro (nel caso delle imprese sociali, con deroghe alla distribuzione degli utili), mediante lo svolgimento in via esclusiva o principale di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, di mutualità, di produzione o scambio di beni o servizi.

Per informazioni si può contattare l’ufficio di Tortona (telefono: 0131 867350; mail: sanmartinoantiusura@gmail.com)».

Daniela Catalano

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