Fresca sposa novella

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Care le mie nubende o spose novelle, maggio e giugno sono da sempre i mesi tradizionali e più gettonati per convolare a nozze. A parte i capricci di quest’ultimo periodo, il meteo è, in genere, benevolo: le temperature sono miti ma non asfissianti, il cielo azzurro e la luce delle giornate più lunghe dell’anno assicurano impattanti reportage fotografici del grande giorno. Dedicandomi a un passatempo estivo, il gossip platinato, ho notato che i matrimoni dei VIP, molto numerosi in questo range temporale, sono estremamente impegnativi: addii al nubilato, party pre nozze, matrimoni celebrati al tramonto in un tripudio di fiori, feste di nozze hollywoodiane con intrattenimento di cantanti famosi quanto gli sposi, cambi d’abito per la sposa non inferiori a 3. Certo, i matrimoni degli innamorati “normali” non rasentano cotanto esibizionismo e dispendio di pecunia, ma ho potuto constatare che, rispetto a quando convolai nel lontano 1999, l’apparato nuziale ha subito una notevole articolazione. Innanzi tutto le tempistiche: dal momento in cui voi fidanzate sfoggiate il brillocco a quando sfoggiate la fede, intercorre, minimo, un anno. Le location per i festeggiamenti sono riservate con almeno 10, 12 mesi di anticipo, quelle di maggiore richiamo paesaggistico o enogastronomico anche di più. E che dire degli outfit? Care spose, non è troppo lontano il tempo in cui ci si recava in un normale negozio di abiti da cerimonia, si provavano varie fogge e modelli e, al massimo dopo un’ulteriore ispezione, si concludeva l’acquisto dell’abito prescelto. La cosa non presentava particolari complicazioni, eccezion fatta per la mia richiesta: «Niente tulle, niente pizzo, niente perline, niente paillettes.» Cui seguì la piccata risposta della commessa: «Qui vendiamo abiti da sposa, non camicie da notte.» Amarcord personali a parte, mi giunge voce che voi, care spose, siate pressate da estenuanti doveri: stressanti tour in cerca dell’abito perfetto che, una volta scelto, richiederà almeno 5 o 6 prove, bizze e capricci delle damigelle (perigliosa usanza importata dagli States), diktat dell’onnipresente wedding planner, arrovellamenti per scovare un tema dominante per il party di nozze (evitando, se possibile, il tema unicorno, tanto in voga nelle feste di compleanno delle bambine, ma non beneaugurante per il neo marito) e, dopo questo caos, presentarvi all’altare belle, raggianti, sorridenti, rilassate come se foste reduci da una settimana alle terme. Quindi, care spose, considerati i progressi dell’intelligenza artificiale: non sarebbe utile creare un avatar che vi sostituisca nel tourbillon di lunghi e snervanti preparativi?

silviamalaspina@libero.it

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