Giovanissimi e adulti in cammino per fare esperienza di comunità

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A Brusson, in Casa Alpina, dal 27 al 30 dicembre e dal 6 all’8 gennaio, si sono svolti il Campo e la Tre Giorni organizzati dall’Azione Cattolica diocesana

Campo Giovanissimi

A partire dalla mattinata del 27 e fino al 30 dicembre scorso si è tenuto il Campo Invernale Giovanissimi organizzato dai Giovani del- l’Azione Cattolica diocesana. Il titolo era “All i want for Christmas is…”. Un titolo abbastanza esplicativo che fa capire quali siano le tematiche trattate dai partecipanti.

L’obiettivo degli educatori è stato quello di analizzare quali fossero i bisogni e i desideri dei ragazzi di oggi, tentando di farli scaturire da loro e non cercando di condizionarli su quelli che possono essere bisogni o desideri fondamentali di un ragazzo appartenente alla nuova generazione di Giovanissimi.

Uno degli obiettivi, se non quello principale, era quello di poter permettere a ogni singolo partecipante al Campo di formare una propria coscienza in grado di creare una propria definizione di “bisogni” e “de- sideri”, così da poterli distinguere, riconoscere e analizzare.

Tutto, detto così, sembra molto accademico, ma in realtà come solitamente accade per tutti i Campi in Casa Alpina, il traguardo è stato raggiunto con un susseguirsi di attività molto divertenti e aggreganti che hanno permesso di consolidare il grande gruppo di Giovanissimi che si è creato nelle ultime due estati, dove i numeri hanno praticamente sempre raggiunto il limite massimo di disponibilità. Tutto questo è avvenuto sotto la supervisione di don Luca Ghiacci guida spirituale, che ha concluso il Cam- po organizzando un momento tan to emozionante quanto innovativo: una fiaccolata in mezzo alla neve per ripercorrere il viaggio dei Re Magi (nella foto).

Ai Campi Giovanissimi sembrano non mancare mai novità ed entusiasmo e questo nuovo, numeroso gruppo è ancora aperto a future adesioni che possano arricchirlo e farlo diventare sempre più grande.

Equipe Giovani

Tre Giorni Adulti

“Nessuno può salvarsi da solo”. È iniziato dal titolo del 56° Messaggio per la Giornata mondiale della Pace il percorso di riflessione e approfondimento che giovani e adulti dell’Azione Cattolica hanno condiviso nel consueto appuntamento in Casa Alpina, a Brusson, dal 6 all’8 gennaio.

Partendo dalla lettura condivisa del testo di Papa Francesco, calato nella vita concreta di ciascuno, il percorso è salito di intensità con l’aiuto di Luigi Alici, professore emerito di filosofia morale e già presidente nazionale di Azione Cattolica, che ha offerto una chia-ve di lettura catalizzata sui temi del discernimento comunitario e della fraternità. Nel tempo che stiamo vivendo, caratterizzato dal senso di crisi e di fragilità causato dalle esperienze della pandemia, delle guerre e delle mancate promesse della globalizzazione, occorre ritrovare la forza, come individui e come comunità, di non cedere alla tentazione di voltarsi dall’altra par- te o di scappare: insieme, abbiamo il dovere di scavare in profondità nell’esercizio costante di un discernimento comunitario che impedisca semplificazioni e soluzioni ri- duttive davanti alle difficoltà del-la vita quotidiana.

Piuttosto va recuperata l’esperien-za autentica di comunità che custodisce ed esercita la fratellanza, unico antidoto al virus dell’egoismo e dell’individualismo che ci pervade. Discernimento comunitario e fraternità possono diventare le coordinate che guidano e orientano le azioni nella ricerca di un bene comune da condividere.

In questa direzione è stato proficuo il confronto con Brando Benifei, deputato al Parlamento europeo, che ha declinato l’insostituibile ruolo dell’Unione europea come riferimento e guida alle scelte concrete. Anche Papa Francesco indica concretamente le sfide del nostro tempo e compito della politica è quello di tradurre in scelte condivise e percorribili i valori che provengono dalle comuni radici sulle quali abbiamo pensato e costruito la casa comune europea.

La presenza, purtroppo breve, del- l’assistente diocesano don Claudio Baldi e del gruppo di amici della comunità del seminario ha permesso di fondare sulla Parola e sulla preghiera comunitaria il nostro impegno e di nutrire quella comunione che è sempre alla base della comunità. Ancora una volta “salire sul monte” è stato bello, ma, consapevoli che il nostro posto resta nel mondo della nostra ferialità, è possibile riprendere con più coraggio e gioia i sentieri di pace insieme alle sorelle e ai fratelli che il Signore ci ha donato come compagni.

Equipe Adulti

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