Giovedì Santo: essere unti dallo Spirito
I riti pasquali: siamo andati all’origine della nostra fede
TORTONA – Il giorno del Giovedì Santo è riservato a due distinte celebrazioni, la prima delle quali si svolge di mattina nelle cattedrali per consacrare il Sacro Crisma, l’olio misto ad essenze profumate che si utilizzerà tutto l’anno successivo per i Sacramenti di Battesimo, Confermazione e Ordinazione, e gli altri olii usati per il Battesimo e l’Unzione degli infermi. A celebrare questa solenne cerimonia è il vescovo, attorno al quale si stringono i sacerdoti e i diaconi che il pomeriggio faranno ritorno alle loro parrocchie per la celebrazione della messa vespertina “in Coena Domini”. A spiegare come siamo raggiunti da questa unzione è Mons. Vittorio Viola, che ha presieduto la solenne liturgia: “Che sarebbe la nostra vita senza l’unzione dello Spirito? La multiforme unzione dello Spirito. Tutto prende forza da questa unzione dello Spirito, che entra nella vita di tutti noi in molti modi, con la sua forza di prendere possesso, di guarire, di illuminare, di rendere bello, di profumare”. Moltissimi i sacerdoti concelebranti: all’altare, accanto al Vescovo, mons. Mario Bonati, Vicario generale, il quale all’inizio della celebrazione, facendosi interprete di tutti, ha rivolto un affettuoso indirizzo di saluto e di augurio al Vescovo, e mons. Luigi Quaglini (77 anni di ordinazione), i vicari episcopali, i vicari foranei, i sacerdoti che in questo anno festeggiano un significativo anniversario di ordinazione e i canonici della Cattedrale, mentre lungo la navata prendevano posto i sacerdoti diocesani e tutti quelli presenti in Diocesi e alcuni fedeli. Così è la messa crismale: un’epifania della Chiesa, radunata nel battesimo che tutti abbiamo ricevuto. Dopo l’omelia, i sacerdoti presenti “resi disponibili alla grazia”, hanno rinnovato le promesse del giorno dell’ordinazione, quelle promesse che “contengono la modalità precisa del dono di lui”; riaffermando la loro disponibilità a offrire la vita come Gesù sulla croce, dicendo la loro gratitudine e rinnovando la loro disponibilità ad esercitare il ministero, come conoscenza di lui e servizio al popolo. Una volta risuonate fra le navate della cattedrale le promesse, al canto dell’antico inno “O Redemptor”, facevano il loro solenne ingresso le ampolle con gli olii e le sostanze profumate per la preparazione del Crisma: una liturgia ricca di simboli, illustrati e resi efficaci dalle solenni preghiere di benedizione, perché lo Spirito prenda possesso degli olii e li renda strumento attraverso i quali possa raggiungerci, nelle diverse situazioni della vita, con quella potenza di penetrazione che appartiene solo a lui. Una volta terminata la celebrazione, ci si è ritrovati in Seminario per un momento fraterno di agape e per un ultimo scambio di auguri pasquali.
Claudio Baldi
(Foto: Luigi bloise)