Giuseppe Beotti, sacerdote martire
Di Daniela Catalano
Il protagonista di questa settimana è un sacerdote martire, beatificato da Papa Francesco il 30 settembre del 2023. Giuseppe Beotti, nato il 26 agosto 1912 a Campremoldo Sotto, frazione di Gragnano Trebbiense nel Piacentino, nel 1925 entra in seminario a Piacenza e, terminati gli studi, è ordinato il 2 aprile 1938. Inviato a Borgonovo Valtidone come viceparroco, vi resta per 15 mesi, dimostrando grande attenzione ai bisognosi e alla formazione dei giovani. Nel 1940 è nominato arciprete della parrocchia di Sidolo, frazione di Bardi, nell’Appennino emiliano. Il giovane prete dedica le giornate alla sua gente e, nel pieno della seconda guerra mondiale, si trova a soccorrere partigiani, ebrei e soldati feriti. Nel 1943 quando il regime fascista decide la requisizione delle campane per fini bellici, per sedare alcuni tumulti, don Giuseppe invita i parrocchiani a obbedire alle autorità civili ma nello stesso tempo cerca di difendere i diritti di queste persone. Per questo motivo è sottoposto a un procedimento penale, poi terminato con l’assoluzione. Nello stesso anno, dopo l’armistizio dell’8 settembre, il sacerdote comincia ad accogliere soldati e prigionieri in fuga e un centinaio di ebrei perseguitati. Nel 1944 a Pelosa di Bedonia 70 soldati tedeschi restano uccisi durante alcuni scontri e per rappresaglia i compagni compiono rastrellamenti in tutta la zona. Tra il 19 e il 20 luglio dello stesso anno arrivano anche a Sidolo, dove don Beotti trascorre la notte in chiesa, in preghiera. Il giorno dopo, il 20 luglio, insieme a don Francesco Delnevo e al seminarista Italo Subacchi, accolti in canonica, don Giuseppe è arrestato e fucilato. I tedeschi prima perquisiscono la sua casa e, non avendo trovato nulla, dopo un’ora lo uccidono perché informati dell’aiuto fornito a molti ebrei, nascosti in casolari della zona. Il beato, consapevole dei rischi, decide di rimanere fino all’ultimo accanto ai suoi parrocchiani da cui è molto amato per la grande generosità. Le sue spoglie, tumulate nel cimitero di Sidolo, ora riposano in quello di Gragnano. Nel 1977 l’Associazione Partigiani Cristiani gli ha assegnato la medaglia d’oro al valor civile. La memoria liturgica cade il 20 luglio.cadarita@yahoo.it