Gli armadi cambiano

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Di Carlo Zeme

C’è chi in questi giorni ha trascorso almeno un paio d’ore della propria vita a fare il “cambio dell’armadio” e chi mente. Anche noi abbiamo vissuto un fine settimana alle prese con scatoloni da svuotare e riempire, tra caldi indumenti invernali e vestiti estivi che malinconicamente vanno in letargo e di colpo sembrano non esistere più. Margherita, tra un gattonamento e l’altro, ha visionato tutte le operazioni in veste di responsabile del reparto abbigliamento protestando oppure approvando con urla di felicità gli spostamenti dei pesantissimi contenitori dall’armadio al pavimento. Il primo momento di esaltazione è stato raggiunto quando le è stato permesso di tuffarsi come una nuotatrice olimpica in uno scatolone pieno di maglioni. Rimanere a galla tra un dolcevita e un cardigan non è stato semplice, ma alla fine tutto è andato per il verso giusto. La grande attrattiva però non è stata tanto il cambio armadio quanto tutti i giri di lavatrice che si sono susseguiti nell’arco delle successive 48 ore. Dapprima Margherita ha scoperto il suo amore per l’oblò in funzione: quei panni che ondeggiano cullati dall’acqua e sapone hanno avuto il potere di ipnotizzarla; poi è arrivato il momento dello stendino che, per lei che si sposta rasente al pavimento, dev’essere molto simile a una costruzione da scalare. Anche in questo caso i suoi occhioni in contemplazione ci hanno fatto capire che si trattava di amore a prima vista. La parte più emozionante però se la sono guadagnate le mollette, non semplici pezzi di plastica che servono per fissare magliette e jeans tra i fili di alluminio ma bacchette magiche che suonano se sbattute l’una con l’altra, coriandoli che scrosciano riversandosi sul tappeto quando escono in massa dal loro contenitore, con i loro mille colori che mi fanno subito riaffiorare la passione (più o meno inutile) del conoscere a memoria tutte le bandiere del mondo. Da qualche giorno, dunque, siamo vestiti secondo il calendario, ma soprattutto non vediamo l’ora di svuotare la cesta dei panni sporchi per ripartire per nuove meravigliose avventure.

carlo.zeme@gmail.com

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