Gli ex belli
Le nostre serate hanno, ormai da un anno, una calibratura esclusivamente casalinga, pertanto anche io mi sono rassegnata a considerare le piattaforme che hanno colonizzato il piccolo schermo compagne fidate di evasioni. Su una di queste ho da poco seguito The undoing, una serie di cui avevo letto critiche molto positive: al di là della mia personale opinione (l’ho trovata lenta e abbastanza scontata) è stata la presenza del protagonista maschile a suscitarmi considerazioni valide anche nella vita reale.
Infatti, accanto a una statuaria Nicole Kidman, cristallizzata in un’immutabile espressione botulinica, spicca il magnetismo di uno stropicciato e imbolsito Hugh Grant che, a 61 anni, ha conservato solo uno sbiadito ricordo dell’avvenenza guascona che lo caratterizzava ai tempi di Quattro matrimoni e un funerale, dimostrando che, pur essendo ancora un attore strutturato, è invecchiato maluccio. Trasportando il tutto nella vita dei comuni mortali, quante di noi sono rimaste tristemente stupite nel constatare che molti tra i bellissimi dei tempi del liceo si sono trasformati in cinquantenni con poderosi cedimenti statici e capigliature non pervenute o, peggio ancora, di tonalità non riscontrabili in natura?
Questo comporta la rivalsa del normotipo che, se a 18 anni era imbrigliato, come direbbe Ligabue, in «una vita da mediano, ché natura non ti ha dato…» , dopo 35 anni sfoggia, implacabile, uno stato di conservazione ragguardevole, che gli consente considerazioni acide in merito: «Guarda lì che disfacimento! È il crollo totale! E voi da ragazze impazzivate…».
Noi signore, se da un lato un po’ ci immalinconiamo nel constatare la “caduta degli dei”, dall’altro apprezziamo, con una certa velenosità, che esistano eccezioni alla regola aurea che prevede che gli uomini invecchino meglio delle donne, ragion per cui un cinquantenne e oltre può essere considerato affascinante, mentre una donna viene bollata, per dirla in vernacolo, come “vecchia babbiona”. Ho notato che le reazioni ai segni lasciati dalle primavere che scorrono ineluttabili sono le medesime per uomini e donne: l’atteggiamento più diffuso (e anche il più triste) è rincorrere disperatamente i fasti che furono, tentando di ingannare l’evidenza dell’anagrafe con camuffamenti giovanilistici, artificiosità estetiche più o meno evidenti, pratica indiscriminata di attività sportive impattanti, con conseguente gaudio economico dei fisioterapisti.
Ci sono infine quelli che, consapevoli di non essere Dorian Gray e di disporre di un ritratto in soffitta che imbruttisca e invecchi in vece loro, accettano il naturale sfiorire della giovanile beltà, ma si adoperano per restare in forma e in buona salute, lasciando che la vita li sorprenda: quante cose si possono perdere gli ex belli, qualora rimpiangano i languidi sospiri di ammirazione al proprio passaggio!
silviamalaspina@libero.it