«Ho trasferito la capanna nel mio giardino»

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Doveva essere l’edizione numero 25 ma quest’anno il presepe di Castelnuovo Scrivia non si farà. Franco Apollaro, “il regista”, ha pensato però a una soluzione alternativa

Doveva essere l’edizione numero 25, quel quarto di secolo festeggiato con ancor più stupore, per l’immenso lavoro svolto dai volontari del presepe vivente di Castelnuovo Scrivia che, come vuole la tradizione, avrebbe dato appuntamento nel cortile della canonica la vigilia di Natale per poi tornare ad animarsi durante le festività e fino al giorno dell’Epifania. Invece l’emergenza sanitaria ha obbligato a uno stop, sofferto ma di buonsenso: sarebbero state infatti troppe le incognite legate alla possibilità di accogliere migliaia di visitatori in arrivo da tutto il nord ovest, considerato, inoltre, che il minuzioso allestimento del presepe castelnovese prende il via a ottobre per poi essere smantellato a metà gennaio. A tutti, in primis al parroco don Paolo Caorsi (che aveva lasciato decidere ai volontari se iniziare o meno l’impegnativa realizzazione natalizia), è molto dispiaciuto dover privare la comunità di un momento di sacra gioia cristiana, ma le restrizioni vigenti hanno dato ragione a questa decisione. Certo, neanche a dirlo, era rimasto “il magone” soprattutto a Franco Apollaro, che tutti in paese chiamano “il regista”, poiché artefice degli innumerevoli progetti delle edizioni che si sono susseguite e coordinatore del gruppo dei volontari.

«È stato giusto non realizzarlo, era troppo rischioso per la salute pubblica – afferma Franco, mentre scosta la tenda di una struttura che ha nel frattempo iniziato ad allestire nel suo giardino – ma non potete immaginare il mio rammarico. Ho una passione sviscerata per il presepe: l’ho fatto per 45 anni a casa mia e ho smesso lì quando il primo coordinatore in assoluto del presepe vivente di Castelnuovo, Gianni Balduzzi, mi ha chiesto di aiutarlo come ruspista fin dalle prime volte. Ricordo le montagne di terra donate da Marcellino Gavio, che ammucchiavo e distribuivo nei vari punti: me la cavavo, essendo operaio in Comune».

È stato Nicolò, il nipote tredicenne di Franco Apollaro, a stuzzicarlo e a chiedergli di dar vita, comunque, ad un pezzo di presepe nel giardino di casa, di cui Castelnuovo avrebbe potuto godere. E così, da una quindicina di giorni, questo signore di 73 anni ha ripreso in mano gli attrezzi del mestiere e sta ultimando la capanna di legno che ospiterà la Sacra Famiglia all’interno di una grotta plasmata ex novo tra una magnolia e una pianta d’abete. Chi conosce Franco sa che non potrà mancare una cascatella con ruscello, così come sono in fase di ultimazione l’illuminazione e il manto erboso. «Non appena sarà pronto toglierò il telo che si affaccia sulla strada – prosegue – così chi vorrà potrà soffermarsi oltre la recinzione di via Gramsci 59, sul marciapiede e in completa sicurezza. È il mio piccolo contributo per vivere insieme lo spirito del Natale: sarà perché mi chiamo Francesco come il santo che ha inventato il primo presepe vivente della storia, ma non volevo lasciare il mio paese senza questa magia che, qualche anno fa, ha richiamato anche le telecamere di Rete4 a documentarne la meraviglia».

Presepe (il cui ingresso è sempre stato ad offerta ed il cui ricavato veniva devoluto per le adozioni a distanza e le iniziative della Parrocchia) che l’anno scorso ha perso una figura molto cara a Franco: «Pochi mesi prima della 24^ edizione è mancato Lucio Bettoni, un amico e il mio braccio destro.

Senza di lui e senza gli altri volontari non avrei potuto rinnovare ogni anno questo dono per la comunità, che prima di disegnare e stendere su un foglio, vedo nella mia mente.

E ringrazio mia moglie Carolina che mi ha bonariamente rimproverato più volte di non stare mai a casa per seguire i lavori del presepe: vorrei festeggiare con lei, nel 2022, i nostri 50 anni di matrimonio e chiedere al nostro parroco di rinnovare le nostre promesse nuziali all’interno della capanna che, mi auguro con tutto il cuore, tornerà a riprendersi il suo spazio nel cortile della canonica, sede privilegiata di questo meraviglioso evento da oltre 10 anni».

Alessandra Dellacà

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