I carabinieri a cavallo tornano in caserma

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Inaugurato il restauro del dipinto di Giovanni Cavanna. In serata il concerto della Fanfara del III Reggimento “Lombardia”

TORTONA – Lunedì 1 luglio alle ore 18.30 a Tortona, presso la sede della Compagnia Carabinieri, alla presenza di Mons. Guido Marini, del Prefetto di Alessandria Alessandra Vinciguerra, del Questore della Provincia di Alessandria Sergio Molino, del comandante del Reparto Operativo Carabinieri di Alessandria, il colonnello Silvio Mele, del comandante provinciale della Guardia di Finanza Antonio Gorgoglione, del sindaco di Tortona Federico Chiodi e di altre autorità civili, è stato inaugurato il restauro del dipinto intitolato Battaglia di Pastrengo: carica dei Carabinieri a cavalloe la sua nuova collocazione. L’opera, che riprende con alcune varianti la famosa Carica dei Carabinieri di Pastrengo, dipinta dal pittore Sebastiano De Albertis e custodita nel Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri a Roma, era stata realizzata e donata nel 1950 dal pittore Giovanni Cavanna ai carabinieri tortonesi ed esposta sullo scalone dell’ex caserma, ospitata fino al 1967 all’interno di Palazzo Leardi. Dopo circa 60 anni, al termine di un importante intervento di restauro, finanziato dalla Codelfa, con il sostegno del Comune di Tortona e della Fondazione CR Tortona, il dipinto, ritornato al suo antico splendore, è stato collocato nell’androne dell’attuale caserma. L’opera ritrae la carica dei carabinieri durante la battaglia di Pastrengo, ai tempi della Prima Guerra d’Indipendenza contro l’Austria. L’artista, epigono qualificato della cosiddetta “Scuola tortonese” che vanta nomi come Patri, Saccaggi e Barabino, conosceva a fondo le tecniche della pittura murale anche per la sua esperienza di restauratore. La decisione di collocare l’affresco nell’androne della caserma è stata presa dal comandante Domenico Lavigna. «Durante il periodo del Covid – ha raccontato – stavo girando tra gli uffici e nella sala rapporti ho trovato una stampa, una riproduzione di un quadro che non sapevo dove fosse collocato in originale. Ho chiesto informazioni e mi è stato detto che era dipinto sullo scalone monumentale dell’antica sede, oggi Palazzo Leardi, di proprietà del gruppo Gavio. Ho preso contatti con l’amministratore delegato di Itinera, Alessandro Gandolfo, e abbiamo provato a rendere tangibile un’impresa complicata. Con l’aiuto della Fondazione CR Tortona e la professionalità del laboratorio di restauro “Gabbantichità” siamo riusciti a recuperare l’originale e ora il risultato è visibile a tutta la cittadinanza». Alla cerimonia d’inaugurazione è intervenuto anche Mons. Guido Marini, che ha messo in evidenza il nesso che esiste tra la bellezza di un’opera d’arte e quella interiore di una persona: «Esattamente come un quadro, –ha spiegato il vescovo –ogni persona ha dei valori per cui viene definita “bella” e deve lavorare su se stessa, restaurarsi, rinnovarsi, per fare sì che la bellezza sia non solo esteriore ma soprattutto interiore e venga mantenuta nel tempo» Così anche per un’opera d’arte è importante riuscire a conservare e a tramandare il suo contenuto e il messaggio che essa racchiude. Il sindaco Chiodi ha sottolineato: «Mi piace pensare che la restituzione al pubblico di questa opera rimanga come ricordo tangibile dell’impegno profuso dal capitano Lavigna per il nostro territorio, dove è riuscito a farsi apprezzare per le sue qualità professionali e umane, rimanendo sempre vicino alla cittadinanza». Al termine è stata anche scoperta la targa in memoria del carabiniere Giosuè Sammartin, che nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, si sacrificò per difendere la caserma, allora sede dell’aeronautica, dall’attacco dei tedeschi, e per celebrare il centenario della prima medaglia al valore riconosciuta ad Ernesto Cabruna, il grande aviatore al quale è intitolata oggi la caserma. All’evento ha partecipato anche la Fanfara del III Reggimento Carabinieri “Lombardia” che ha sfilato lungo via Emilia e, in serata, nel Cortile dell’Annunziata, si è esibita in concerto eseguendo brani classici e moderni e ricevendo il caloroso applauso di circa 400 persone.

Stefano Brocchetti (Foto: Luigi Bloise)

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