I clown di “Naso a Naso” fanno sorridere i bambini

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La buona notizia. Non è Natale se non pensiamo anche ai più piccoli, a chi è malato

GODIASCOSALICE TERME – Avete mai pensato a quanto bene può fare un naso rosso? Intendo come sorriso regalato ad una persona che non ha molti motivi per gioire.

Vuoi un bambino ricoverato in un reparto di oncologia pediatrica, vuoi un anziano che trascorre l’inverno della sua vita in una casa di riposo, vuoi un ammalato costretto in un letto di ospedale…

Il “naso rosso” è quello che mettono i trenta volontari dell’associazione “Naso a Naso onlus” di GodiascoSalice Terme, di cui vi raccontiamo la storia in questo numero che precede il Natale, una “buona notizia” di cui abbiamo bisogno, nella consapevolezza che non sarà Natale se nei giorni di festa non penseremo almeno un attimo a quegli “ultimi”, a chi è “piccolo”, a chi soffre, i primi per cui il Signore Gesù è venuto in mezzo a noi.

La storia di questa associazione, nata nell’aprile del 2013 e presieduta da Graziella Monfasani, ci aiuta ad appropriarci del vero senso del Natale.

I volontari di “Naso a Naso” svolgono la loro attività negli ospedali di Voghera, Varzi, al Don Gnocchi di Salice Terme, in alcune case di riposo dell’Oltrepò e nel reparto di oncoematologia pediatrica del San Matteo di Pavia. Con un unico scopo: quello di portare gioia, allegria, soprattutto un sorriso.

L’associazione durante l’anno è presente in occasione di feste di compleanno, mercatini, spettacoli che le permettono di raccogliere fondi (anche grazie alla possibilità di devolvere il 5×1000) per l’acquisto del materiale necessario per le uscite nelle diverse strutture sanitarie.

Ma non solo, anche per un aiuto concreto: lo scorso anno ha donato due poltrone per chemioterapia all’ospedale di Varzi, mentre quest’anno sta aiutando un bambino affetto da tumore per l’acquisto di una speciale carrozzina, oltre ad assistere alcune famiglie della zona segnalate dal sindaco Fabio Riva.

Per diventare un “nasino rosso” l’associazione promuove corsi specifici dove si impara ad interagire con il gruppo, si compiono esercizi sulla fiducia, sulla sintonia, sull’autostima, sul controllo di sé e delle emozioni. Dove in primo luogo si impara ad ascoltare.

“In fondo – fanno notare dal gruppo – tutto questo ci aiuta a riscoprire il bambino che c’è in ciascuno di noi, a ridere di noi stessi e quindi a far sorridere”.

I corsi vengono aggiornati con attività didattiche, esercizi di giocoleria e soprattutto con periodici incontri con gli psicologi, proprio per condividere le esperienze personali.

Hanno nomi d’arte simpaticissimi i “nasini rossi”. Uno di loro si chiama “Lancetta” e ci ha aperto il suo cuore.

“Ogni uscita è un’esperienza diversa – racconta – e in base a dove si va nasce una magia. Si entra in una camera in punta di piedi e quando si esce ci si accorge di aver lasciato lì parte di noi”.

“Se dovessi ricordare una mia esperienza in particolare – continua Lancetta – non saprei da dove partire. Forse dalla mia prima uscita, in ospedale a Varzi, affiancata da un clown più anziano in fatto di servizio. Non sapevo cosa fare, come muovermi.

Poi d’incanto tutto è venuto da sé… una chiacchierata… una risata… un palloncino per il nipotino a casa… Il tempo è volato via e così accade sempre”.

Ora Lancetta svolge il suo servizio in oncologia pediatrica a Pavia.

Luogo di sofferenza inimmaginabile, ma anche luogo di speranza, dove è fondamentale portare un sorriso carico di umanità: “Cerchiamo di far sorridere bimbi e genitori, di far dimenticare fosse anche per un solo istante la loro difficile situazione e quando ci riusciamo la nostra valigia piena di palloncini si riempie di una gioia immensa ed indescrivibile.

Ci rendiamo conto che sono proprio i bambini ammalati con le loro mamme e i loro papà a farci dimenticare i nostri piccoli problemi quotidiani (cosa c’è di più angosciante che assistere un figlio che lotta per la vita?) e a riempire il nostro cuore di tanto amore”.

Lancetta ha parlato di magia. La magia del bene, di un sorriso donato, di un Natale più vero anche grazie ad un naso rosso.

Marco Rezzani

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