I diritti delle donne
La prima serie spagnola ideata e prodotta da Netflix torna a luglio con la quinta stagione (tutte le stagioni sono sempre disponibili sulla piattaforma). Un racconto tra storie d’amore, lotte femministe, elementi storici e battaglie per l’identità personale. La serie è ambientata nella Madrid del 1928 e narra le vicende di quattro donne di diversa provenienza che vengono assunte come operatrici per la “Compagnia dei Telefoni”, prima grande compagnia telefonica nazionale.
Ognuna di loro si confronta con le difficoltà relative alle proprie vicissitudini familiari e al proprio passato, per affermare la sua indipendenza ed emanciparsi in una Spagna in cui i diritti delle donne sono ben lungi dall’essere riconosciuti sia dall’ordinamento giuridico sia dalla società. Donne diversissime, diventate amiche sul posto di lavoro.
Sono la timidissima Marga, che viene dalla campagna e dovrà imparare a farsi strada in un mondo di uomini per rivestire il ruolo di prima contabile; la ricca Carlota, figlia di un generale che scappa di casa pur di avere un po’ di libertà; l’apparentemente fragile Angeles, che in realtà è tostissima; e Lidia, ragazza del popolo con un passato difficile e una grande intraprendenza, divisa fra l’amore di due uomini. La serie ricostruisce in mo-do accurato il periodo storico e riporta con precisione certi fatti documentati come la creazione stessa della compagnia telefonica, la prima chiamata intercontinentale tra Spagna e Stati Uniti, l’interesse della Corona nella compagnia. Sul piano storico-sociale è significativa per i messaggi che lancia: primo fra tutti, il fatto che con la nascita del ruolo delle centraliste improvvisamente le donne hanno avuto la possibilità di essere indipendenti. L’emancipazione e la condizione femminile sono argomenti quanto mai attuali, bisogna fare attenzione però a non basarsi su degli stereotipi perché la sceneggiatura ne potrebbe risentire, come talvolta è accaduto anche qui. Nel complesso il giudizio è positivo.