I lavoratori del Cit di nuovo in piazza
Cresce la preoccupazione per il futuro. Il piano di salvataggio del Comune sarebbe debole
NOVI LIGURE – I lavoratori del Cit, il Consorzio Intercomunale Trasporti che da tempo è in crisi, sono tornati a manifestare davanti al Comune. Lo hanno fatto nella mattinata di lunedì 1° giugno, in presenza anche dei delegati sindacali di Filt-Cgil. Nell’occasione hanno incontrato il sindaco Gian Paolo Cabella. L’attesa è ora tutta per le aziende interessate sulla carta a prendere la maggioranza delle quote della compagnia, le quali, però, non hanno ancora messo nero su bianco le proprie intenzioni. Sono circa una quarantina i lavoratori che ormai da mesi vedono proiettarsi fitte ombre sul loro futuro e per i quali è arrivata intanto la nota lieta del pagamento degli stipendi arretrati attesi da marzo.
Gli interessati hanno espresso il proprio dissenso nei confronti dei comuni di Serravalle Scrivia, Gavi e Stazzano che si sono staccati dal gruppo dei soci. Tre addii pesanti ai quali si aggiunge la volontà di Arquata Scrivia, attraverso un voto già espresso nel corso di un’assemblea cittadina, di non procedere con la ricapitalizzazione.
Il mancato sostegno da più fronti rende più debole il piano di salvataggio approvato dal consiglio comunale novese, che prevede ora il risanamento dei debiti della società, una ricapitalizzazione fino a 150.000 euro e la cessione dell’85% delle quote a un privato.
In seguito, si procederebbe con la cessione dei rami d’azienda che riguardano onoranze funebri, noleggio pullman “Gran Turismo” e con conducente e lo spacchettamento della compagine in due realtà.
Una, il Cit vero e proprio, si occuperebbe dei trasporti mentre l’altra, “Novi Parcheggi”, della gestione dei posteggi a pagamento.
Nel frattempo, in base a quanto emerso nell’ultima commissione consiliare, un creditore (di cui non è stato fatto il nome) sembrerebbe aver avanzato la richiesta di fallimento. Un punto sul quale l’opposizione di Centrosinistra è andata all’attacco nei confronti dell’assessore al Bilancio Maurizio Delfino.
Luca Lovelli