I martiri dell’Algeria saranno Beati
La cerimonia, presieduta dal Card. Angelo Becciu, si terrà l’8 dicembre a Orano
ORANO – Sabato 8 dicembre, nel santuario di Nôtre-Dame di Santa Cruz a Orano in Algeria, per la prima volta saranno proclamati beati dei martiri cristiani in un Paese musulmano. Per questo Papa Francesco ha nominato il cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione dei santi, suo “inviato speciale”. I martiri sono francesi e sono il domenicano Pierre Claverie, vescovo di Orano, 7 monaci trappisti di Tibhirine e 11 altri religiosi e religiose.
Hanno voluto restare a fianco del popolo algerino e hanno pagato con la vita il terrorismo islamico. Nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996 sette trappisti furono rapiti da uomini armati e poi uccisi. “Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere anche oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo Paese, che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato”: così con incredibile chiaroveggenza frère Christian de Chergé aveva redatto il suo testamento spirituale. I trappisti furono sequestrati nel monastero presso Tibhirine e il successivo 21 maggio vennero ritrovati i cadaveri. La trappa di Nôtre-Dame de l’Atlas è un monastero di Cistercensi fondato nel 1938 a 90 chilometri a sud di Algeri.
Una ventina di uomini armati irrompono nella trappa, sequestrano 7 dei 9 monaci e fuggono. Il sequestro era stato rivendicato dal Gruppo islamico armato (Gia), che propose alla Francia uno scambio di prigionieri. Le trattative furono inutili e il 21 maggio i terroristi annunciano l’uccisione dei monaci: le loro teste sono state ritrovate il 30 maggio, ma i corpi sono andati dispersi. Solo due scamparono al massacro. I funerali si svolsero ad Algeri nella basilica di Nôtre-Dame de l’Afrique il 2 giugno 1996, insieme a quelli del cardinale Léon-Etienne Duval, arcivescovo emerito di Algeri morto a 92 anni il 30 maggio 1996. I resti sono sepolti nel cimitero della trappa. Il martirio di mons. Pierre Claverie Settanta giorni dopo l’assassinio dei monaci, viene ucciso mons. Pierre Claverie, vescovo di Orano, 58 anni: nella notte del 1° agosto 1996, è vittima con l’autista musulmano di un attentato mentre rientra in auto alla sera. Ucciso da una bomba esplosa davanti all’episcopio, il suo sangue si mescola con quello di Mohamed Bouchikhi, musulmano di Sidi Bel Abbès, suo autista. Due mesi prima dice in un’omelia: “Dopo l’inizio del dramma algerino mi è stato chiesto più di una volta cosa facciamo laggiù. Siamo in Algeria per amore del Messia crocifisso, solo e unicamente per amore suo, non abbiamo alcun interesse da salvare, alcuna influenza da difendere; non siamo stati spinti da alcuna perversione masochista, non abbiamo alcun potere ma siamo laggiù come al capezzale di un amico, di un fratello, ammalato, in silenzio, stringendogli la mano solo per amore di Gesù, che sta soffrendo a motivo di questa violenza che non risparmia nessuno, crocifisso nuovamente nella carne di migliaia di innocenti. Come Maria, la madre e l’apostolo Giovanni, anche noi ci troviamo ai piedi della Croce su cui Gesù muore abbandonato dai suoi e schernito dalla folla. Non è forse il dovere di ogni cristiano essere presente nei luoghi dove qualcuno viene respinto e abbandonato?”.
Pier Giuseppe Accornero