I Pronto Soccorso sono al collasso?

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Sanità. I pazienti lamentano tempi di attesa troppo lunghi, il personale è carente e sottoposto a turni faticosi, i medici e gli infermieri si prodigano per garantire servizi efficienti. Ma quando le cose non vanno a farne le spese sono i cittadini

A Tortona non si chiude

Nei giorni scorsi sono circolate alcune voci attorno al futuro del Pronto Soccorso dell’ospedale di Tortona, che soffre cronicamente di carenza di organico. Le parole diffuse dalla nota dell’Asl di Alessandria, però, sembrano fugare i dubbi, in particolare smentendo quanto dichiarato dal sindacato degli infermieri, Nursind, a margine di un incontro con il direttore generale dell’Asl Luigi Vercellino. L’incontro non aveva portato a un accordo circa i turni e l’impiego del personale e i referenti sindacali avevano reso pubblica una parte del contenuto della conversazione avuta con il dirigente: secondo questa ricostruzione, sarebbe emersa l’eventualità di una chiusura delle strutture di emergenza a Tortona e ad Acqui Terme come ipotesi per fare fronte alle carenze di personale. Ipotesi che immediatamente ha destato allarme, soprattutto perché da anni l’assetto dell’Emergenza e Accettazione funziona grazie all’inserimento di medici gettonisti, cioè a chiamata da aziende private. La replica dell’Asl ha chiarito invece che l’eventualità di una chiusura non è considerata: »Abbiamo appreso con stupore e incredulità le dichiarazioni di Nursind, relative a una supposta eventualità di chiusura di servizi fondamentali per la tutela sanitaria del nostro territorio come i Pronto Soccorso. Nulla è più lontano dalla verità. Il tema è il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro, che definisce un limite per il numero di pronte disponibilità effettuabili dal personale del comparto ogni mese. Il numero dei professionisti sanitari in forza risulta essere di molto inferiore a quanto necessario e si va avanti grazie al senso del dovere, dell’abnegazione e dei sacrifici di questi professionisti. Con le delegazioni sindacali trattanti si sta lavorando per addivenire a soluzioni che consentano di raggiungere, nel tempo necessario, una situazione che permetta l’applicazione dei nuovi dettati contrattuali. Tutte le sigle concordano su questa linea d’azione tranne una che ha deciso di seguire altre strade, osteggiando questo percorso costruttivo ed orientato al mantenimento dei servizi: a tale proposito abbiamo ribadito che la responsabilità circa la possibilità di mantenere attivi alcuni servizi ricade anche sulle sigle sindacali che perseguiranno nell’atteggiamento ostativo rispetto alla ricerca di una soluzione. Perciò sostenere che la Direzione Asl abbia paventato la chiusura del Pronto Soccorso di Tortona è falso e la mistificazione della realtà denota ancora di più irresponsabilità in un momento così delicato per la Sanità, gettando una luce sinistra su tutti quei professionisti che ogni giorno si impegnano per sostenerla».

Il sindaco Federico Chiodi ribadisce: »Si tratta di affermazioni fuori contesto che possono venire strumentalizzate: non c’è nessuna intenzione o strategia da parte di Asl o della Regione per chiudere i Pronto Soccorso; anzi, nel caso di Tortona è in corso un piano di rilancio che prevede importanti investimenti e un bando per l’affidamento al privato di alcuni servizi, fra cui proprio la gestione del Pronto Soccorso. L’apporto del privato consentirà di supplire alle difficoltà legate alla cronica carenza di personale sanitario, che è un problema non solo locale».

Stefano Brocchetti

…e la Regione stanzia gli aumenti per i medici

Aumentare da 60 a 100 euro lordi la tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive volontarie dei medici del Pronto Soccorso. Lo prevede il Disegno di legge 241, “Disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell’emergenza-urgenza”, sul quale la Commissione Sanità del Piemonte, presieduta da Alessandro Stecco, ha espresso parere favorevole.

Il provvedimento è stato illustrato dal presidente della Giunta regionale piemontese Alberto Cirio e dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi. I relatori di maggioranza sono Alessandro Stecco (Lega) e Paolo Ruzzola (Fi) e di minoranza Domenico Ravetti (Pd), Sarah Disabato (M5s) e Francesca Frediani (M4o-Up).

Cirio ha sottolineato che, dopo la riorganizzazione dei Pronto Soccorso, anche questo provvedimento rientra nella strategia regionale per ovviare alla carenza di personale nei Pronto Soccorso e limitare il ricorso alle esternalizzazioni. Oggi, giovedì 19 gennaio, è previsto un incontro con le associazioni sindacali per prevedere riconoscimenti anche per infermieri e operatori sanitari.

Icardi ha osservato che i medici internisti svolgono un lavoro particolarmente stressante e non di rado si trovano a ricoprire anche un ruolo di servizio sociale, visto l’alto numero di codici verdi e di accessi impropri al Pronto Soccorso.

L’assessorato alla Sanità sta anche avviando il confronto con i sindacati del comparto per adeguare il valore economico delle prestazioni aggiuntive anche per gli infermieri, e dell’indennità per operatori socio-sanitari. «Ci eravamo impegnati a rendere il provvedimento legge entro gennaio e ringraziamo il Consiglio regionale per aver accelerato tutte le procedure rendendolo possibile» – spiegano Cirio e Icardi.

Voghera e Varzi: l’Asst interviene

L’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) di Pavia nei giorni scorsi ha emesso una nota riguardo la situazione del Pronto Soccorso di Voghera a seguito di alcune segnalazioni di cittadini che riferivano di attese anche di 12-14 ore. A questo si aggiunge la carenza di personale infermieristico negli altri reparti che pare si ripercuota sull’attività del presidio di emergenza.

L’Asst ha ritenuto quindi di fare chiarezza. “Per quanto riguarda le emergenze differibili – si legge nel testo dell’Azienda sanitaria – si comunica che, nei primi dodici giorni di gennaio, il tempo medio di attesa è stato di 3 ore e 30 minuti; dato in costante miglioramento, rispetto ai due mesi precedenti”.

L’emergenza differibile coincide con il cosiddetto “codice 3”, cioè quello per il quale il Ministero della Salute dovrebbe prevedere un accesso entro 60 minuti. In questo ambito Asst non esclude che in alcuni casi i tempi potrebbero allungarsi. “Alcune criticità – continua la nota – si riscontrano sui tempi necessari per il ricovero di coloro che, stabilizzati e al di fuori di qualsiasi contesto di emergenza/urgenza, devono essere trasferiti dal Pronto Soccorso nei reparti, generando il ‘boarding’, ovvero l’attesa di un posto letto”. Nei giorni scorsi, nell’Obi, l’area di Osservazione breve intensiva, alcuni pazienti hanno stazionato per 48 ore e a questo proposito Asst chiarisce come siano stati costantemente monitorati e curati. E qui si inserisce il tema della carenza di personale: “In particolare per i pazienti di area medica (Medicina), il fenomeno è accentuato dalla carenza di personale infermieristico, nonostante l’impegno profuso da Asst, con diversi concorsi, chiusi purtroppo con la mancata copertura di tutti i posti banditi, necessari per garantire la disponibilità di posti letto dell’epoca pre-Covid”. Mancando personale e posti letto, il ricovero non può essere immediato.

Dal mondo politico e sindacale è stata sollevata la questione del recente passaggio del Pronto Soccorso di Varzi a posto di primo intervento che avrebbe causato un aumento di carico di lavoro per il Pronto Soccorso vogherese. “A Varzi – spiega l’Asst – non è stato operato alcun ridimensionamento di risorse professionali o strutturali. Già da diversi anni, qualsiasi caso di emergenza viene indirizzato su Voghera, dove la struttura garantisce le cure appropriate ai casi più gravi (come ictus e infarti). Anche le urgenze differibili vengono da sempre indirizzate all’ospedale di Voghera”.

Marco Rezzani

Troppi “tagli” a Novi Ligure

Desta ancora tanto sconcerto e preoccupazione la notizia della morte di Rosaria Speranza, 76 anni, dimessa dal Pronto Soccorso dell’ospedale “San Giacomo” di Novi Ligure e morta poche ore dopo nella casa di Borghetto Borbera dove si trovava in vacanza con il marito. Una dottoressa è intanto stata sospesa in via cautelare in attesa di chiarimenti, ma a far discutere è l’intero sistema sanitario piemontese. Il servizio di Pronto Soccorso dell’ospedale locale è appaltato alla cooperativa Amaltea di Vercelli, che smista all’occorrenza medici in varie strutture. La pratica del “gettone” non è di certo quella ideale per garantire continuità nelle prestazioni e il mondo sanitario lo sa bene, con i sindacati che sono sul piede di guerra. «La cooperativa non è nuova a situazioni del genere. – scrive in una nota Federico Fornaro, deputato del Partito Democratico – Nell’ottobre scorso ha prestato servizio di Pronto Soccorso un medico sospeso dall’esercizio della professione dall’Ordine dei medici di Genova. Deve essere fatta piena luce sull’attività delle cooperative vincitrici di appalto, con particolare riferimento alle attività di Pronto Soccorso in diversi ospedali dell’Asl alessandrina».

Al di fuori del tragico e specifico episodio, all’interno del sistema sono gli stessi medici le vittime di decisioni sbagliate che negli anni hanno portato a tagli in un settore cardine e che “invitano” di fatto lo stesso personale sanitario a prediligere una carriera nel privato anziché nel pubblico. «Rispetto a tanti altri Paesi europei, l’Italia ha un elevato numero di medici in proporzione alla popolazione. Le liste d’attesa sono un problema importantissimo. – sottolinea Gianluca Gaidano, neo eletto presidente della Scuola di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale – Un ostacolo di accesso alle cure per molti pazienti che non possono permettersi vie alternative. C’è però un problema di razionalizzazione delle attività e non solo di cifre. Ci vorrebbe poi una maggiore valorizzazione del ruolo infermieristico, come accade nel nord Europa. Dobbiamo garantire, come Scuola di Medicina, una formazione per la sanità pubblica. Insieme a noi ci deve però essere anche il mondo della politica che voglia impegnarsi per mantenere sempre di più il nostro sistema sanitario nazionale che è eccellente, ma che al momento sta vivendo qualche difficoltà».

Problematiche che si riflettono nella vita di tutti i giorni all’interno dei Pronto Soccorso, con attese di diverse ore per le quali non resta che armarsi di pazienza senza inveire, come purtroppo capita spesso, contro i medici di turno che lavorano quasi sempre sotto organico e senza mai fermarsi tra un’urgenza e l’altra.

Luca Lovelli

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