Il colore dell’acqua

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di Patrizia Ferrando

La tavola rimane capitolo curiosamente “ambiguo” del galateo: molti sembrano considerarla ardito banco di prova delle buone maniere, nonostante, al dunque, basti padroneggiare poche semplici regole per apparecchiare con eleganza e destreggiarsi fra stoviglie e posate. Per metterla sulla teoria, una norma quasi etica della convivialità è la trasparenza: dispiace far bere agli ospiti qualcosa il cui tono non si veda alla perfezione, come capita talvolta ad acqua e “bollicine”. La tradizione italiana rende invece più immediato il rapporto tra profumo, sapore e colore se si parla di vino rosso o bianco, da portare agli ospiti in una brocca o nella bottiglia, se di pregio, e mescere in bicchieri incolori.

Durante un pasto, la presenza dell’acqua è necessaria, tanto che si rischia di darla per scontata: verrà servita in caraffe di vetro o cristallo, non di ceramica o altro. La temperatura non dovrà risentire di soste in ambienti caldi e nemmeno risultare gelida. I cubetti di ghiaccio sono banditi. Qualcuno suggerisce di lasciare in bottiglia le minerali pregiate. Adesso, infatti, si iniziano a manifestare attenzioni per le qualità organolettiche e i diversi sapori che l’acqua può avere. Ma se non si tratta di un incontro tra appassionati, lascerei stare le bottiglie per sfoggiare belle e grandi brocche.

In tavola il bicchiere destinato all’acqua è il calice più grande, posto alla sinistra degli altri. Da qualche anno, sulla scia di locali più o meno alla moda, troviamo apparecchiature in cui troneggia un bicchiere da vino fuori scala, simile alla tipologia da degustazione, abbinato a un tumbler per l’acqua, cui si concede un po’ di facoltativo colore.

Il vero champagne e gli ottimi spumanti italiani vengono per eccellenza utilizzati per brindisi e festeggiamenti. Se suona ovvio che si portino a tavola imbottigliati, il “tema colore” giunge al momento di versare. Per berli si utilizzano, infatti, appositi bicchieri, quelli che appaiono dietro i compagni per acqua e vino: le coppe o i flutes. Foto di mise en place e vetrine di negozi offrono flutes dai colori intensi, dal rosso rubino al verde smeraldo e le credenze delle nonne fortunate riversano coppe molto lavorate, con fregi dorati o sabbiature. Soluzioni scenografiche, da riservare però a qualche occasione, curando appieno gli abbinamenti di tinte e materiali e lasciando, per il resto, che chi ama il nettare del brindisi ne goda lo splendore cromatico nel cristallo.

È possibile anche pasteggiare a champagne e in quel caso si apparecchia con due bicchieri, uno per l’acqua e uno per lo champagne o anche con la sola coppa, però in esclusiva per cene romantiche a due.

Che si brindi o si sorseggi, coppe o calici si prendono sempre per lo stelo.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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