Il cuore e gli occhi su Gesù per fare centro nella vita
Il vescovo in visita al Grest di Serravalle e al Rifugio “Pineta” di Piuzzo in Val Borbera
Serravalle Scrivia – Nel pomeriggio di giovedì 30 giugno, Mons. Guido Marini ha visitato il Grest delle parrocchie di Serravalle e Stazzano. È stato accolto prima dai giovani serravallesi nel Salone del Centro Pastorale “Maria Regina”, dove da alcune settimane sono in corso le attività.
Il vescovo ha salutato con entusiasmo bambini e animatori, rivolgendo loro un breve pensiero e affiancandoli nel gioco e durante la merenda.
Dopo la visita a Serravalle, ha raggiunto il Rifugio “Pineta” a Piuzzo, frazione di Cabella Ligure, dove i ragazzi delle parrocchie di Stazzano, Serravalle e Vignole sono radunati da un paio di settimane per una vacanza speciale insieme, organizzata su diversi turni.
Per la prima volta Mons. Marini ha raggiunto il Rifugio, che si trova a 924 metri di altezza, in Alta Val Borbera. Era stato realizzato negli anni ’60 da don Giovanni Tagliafico, parroco di Stazzano fino al 2006 e recentemente è stato completamente ristrutturato per accogliere gruppi durante tutto l’anno.
Il Rifugio è da sempre punto di riferimento per i giovani, e non solo, della parrocchia di Stazzano e di quelle vicine.
Ogni anno in questa meravigliosa cornice sono realizzate delle esperienze di Grest nelle quali bambini e ragazzi possono sperimentare la gioia di vivere insieme giocando, camminando e dedicando del tempo alla preghiera.
Il vescovo Guido ha visitato i locali e gli ampi spazi esterni del Rifugio, apprezzando in modo parti- colare il contesto nel quale sono inseriti: una valle accogliente e silenziosa, che dà la possibilità di immergersi in escursioni a contatto con la natura e di dedicare del tempo alla cura dello spirito.
Ha poi celebrato la Santa Messa per i ragazzi, alla presenza dei parroci dell’Unità pastorale di Serravalle, Stazzano e Vignole don Luca Gatti e don Francesco Larocca e del parroco dell’Alta Val Borbera, don Luciano Maggiolo. Durante l’omelia ha raccontato ai ragazzi una storia che aveva come protagonisti un insegnante di tiro con l’arco e i suoi allievi. L’invito che ha voluto fare ai ragazzi tramite questo racconto è stato quello di avere sempre presente l’obiettivo della loro vita, il “cerchio rosso” come l’ha definito, lasciando loro questo messaggio: «La nostra vita deve essere concentrata su ciò che è importante e fondamentale, per non sbagliare bersaglio nella vita. […] Volete centrare il cerchio rosso perché la vostra vita sia davvero piena, bella, ricca di significato, felice, autentica, vera?
Lo volete? […] Ragazzi, ragazze, il cerchio rosso della vita, lo imparate anche qui in questi giorni a Piuzzo, è un nome, un volto: si chiama Gesù. Se avrete gli occhi e il cuore puntati su questo nome e su questo volto non sbaglierete bersaglio!».
Melina Zerbo