Il Diaconato da 30 anni in Diocesi

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Nella festività di Santo Stefano celebrato l’anniversario a Casei Gerola

La diocesi di Tortona fu tra le prime in Italia ad istituire il Diaconato permanente. Fu la lungimiranza pastorale del Vescovo Mons. Luigi Bongianino a volerlo con determinazione fin dal 1984. Così nel decreto istitutivo, posto sotto il manto di Maria Ausiliatrice, il 24 maggio 1984 Mons. Bongianino scriveva: “Nella nostra Diocesi, da tempo ed in diverse circostanze, è stato auspicato che si instauri l’ordinazione di Diaconi Permanenti, perché sia riconosciuto il valore della grazia sacramentale che questo ministero comporta e perché la comunità diocesana possa avvalersi di tale servizio ordinato”.

Dopo una fase di discernimento e diversi anni di preparazione, sotto la guida di mons. Angelo Colombi, allora rettore del seminario, che fu il primo Delegato Vescovile per il diaconato permanente, si giunse alla prima ordinazione di dodici candidati nella giornata del 26 dicembre 1988. Negli anni ’80 la diocesi di Tortona poteva contare ancora su un elevato numero di sacerdoti, oltre 300, e in seminario vi erano 22 seminaristi. Nella prospettiva del Vescovo Bongianino – nonostante già egli intravvedesse le sfide di una nuova impostazione pastorale della Diocesi confluite poi nel sinodo del decennio successivo – il diacono permanente non era e non doveva diventare un “surrogato” del sacerdote, ma arricchire la comunità diocesana col “dono proprio” di una specifica vocazione e di un servizio singolare.

 

CASEI GEROLA – Il 26 dicembre, giorno di S. Stefano, primo Martire cristiano e uno dei primi sette Diaconi, presso l’Insigne Collegiata di San Giovanni Battista di Casei Gerola, alle ore 11.00 don Maurizio Ceriani, Delegato Vescovile per il diaconato permanente, ha celebrato la solenne S. Messa per l’anniversario della prima ordinazione dei Diaconi nella Diocesi di Tortona.

Don Ceriani in apertura ha rivolto un saluto a tutti i confratelli, in particolare ai Diaconi che hanno ricevuto l’Ordine Sacro proprio il 26 dicembre di 30 anni fa, al decano Angelo Marini, classe 1920, e a Mario Merendi, uno dei due Diaconi ordinati recentemente, ricordando anche i confratelli che hanno lasciato questa terra.

La celebrazione si è svolta in una atmosfera molto solenne e partecipata.

Don Maurizio nell’omelia, richiamando la preghiera della Colletta, ha sottolineato alcuni aspetti “da celebrare oggi e poi da esprimere nella vita”.

Il primo mistero si cui ha posto l’accento è quello che si riferisce alla gioia e alla riconoscenza “per offrire alla culla del Dio fatto uomo, del Verbo fatto carne, oltre agli addobbi e ai fiori, i doni più preziosi, che vengono dal cuore, con l’animo di meraviglia stupita di gioia riconoscente per ringraziare”. La risposta più alta nei confronti della Chiesa è quella del martirio – dal greco testimonianza – e il modo più bello per ringraziare Dio per i suoi doni è testimoniare con la vita la nostra fede. “Pur in un momento di povertà vocazionale e delle comunità, siamo una Chiesa cosciente dei doni che Dio le fa. Oggi la Chiesa tortonese può presentare al Bambino Gesù questo dono: 30 anni di servizio diaconale unico e insostituibile”.

Il secondo spunto di riflessione che ha offerto don Maurizio è la fedeltà che non viene meno, come quella di Stefano, incardinato – si racconta negli Atti degli Apostoli – in un servizio di carità, fraternità e riconciliazione. “Nel mistero di Santo Stefano impariamo una fedeltà fatta di carità che crea comunione, riflesso di quell’amore che unisce Padre, Figlio e Spirito, Parola del Signore che lascio a voi Diaconi in questa celebrazione”.

L’ulteriore accento, poi, è stato posto “sul mistero che stiamo celebrando: il perdono estremo di Cristo crocefisso e di Stefano martirizzato per imparare ad essere uomini e donne capaci di volerci bene e di amare i nostri nemici”, accorgendoci del bene di cui siamo oggetto e dimenticando il male che ci viene fatto “in questo modo le nostre comunità verranno riconosciute come vere Chiese del Signore”.

Le fotografie di rito e lo scambio degli auguri con un brindisi presso l’oratorio hanno concluso la mattinata di festa e di fratellanza.

Cristina Bertin

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