Il futuro dell’ex Ilva sul tavolo di crisi riunito a Novi
C’è tempo fino al 10 gennaio per depositare le offerte per la vendita del colosso siderurgico
NOVI LIGURE- È stato prorogato al 10 gennaio 2025 il termine per il deposito delle offerte vincolanti per la procedura di vendita del colosso siderurgico italiano ex Ilva. La conferma dello slittamento della data è stata data lo scorso 4 dicembre nel corso dell’ultimo tavolo di crisi permanente sull’ex Ilva riunitosi a Palazzo Dellepiane a Novi Ligure. Il tavolo è stato convocato dalla Regione Piemonte per fare il punto sulla delicata situazione del gruppo siderurgico negli stabilimenti piemontesi, alla luce anche dei recenti sviluppi che riguardano tutti i siti produttivi del gruppo e delle 15 manifestazioni di interesse da parte di gruppi nazionali e internazionali all’acquisizione dell’ex Ilva, tre delle quali riguardano l’intero complesso degli asset aziendali. «La prorogata al 10 di gennaio è finalizzata a fare in modo che ci sia effettivamente un’ampia disponibilità per tutte quelle che sono le manifestazioni d’interesse.– spiega il vicepresidente della Regione e assessore al Lavoro Elena Chiorino al termine dell’incontro È evidente che l’auspicio è quello che ci sia un’unica offerta per il gruppo, e la massima concentrazione sulla tutela sia dei lavoratori sia degli stabilimenti, e di conseguenza della capacità produttiva». L’assessore Chiorino, insieme all’assessore agli Enti Locali Enrico Bussalino, hanno inoltre sottolineato la propria soddisfazione per il parziale rilancio produttivo del Gruppo Acciaierie d’Italia, reso possibile grazie all’impegno delle due Amministrazioni straordinarie. «Sappiamo quanto fosse complessa la situazione iniziale sia per gli impianti sia per i lavoratori, ma oggi possiamo guardare al futuro nella consapevolezza di un Gruppo che ha ripreso a vendere e riattivato un secondo altoforno: un segnale promettente di ripartenza». – aggiungono Chiorino e Bussalino, ricordando che l’impegno preso con la convocazione del tavolo di crisi continuerà fino a quando non si avranno rassicurazioni certe riguardo la migliore opzione possibile per tutti i lavoratori. «La nostra attenzione rimane massima: come Regione Piemonte siamo al lavoro per garantire tutto il supporto possibile ai lavoratori ex Ilva, a tutti quelli dell’indotto e alle loro famiglie. – aggiungono – Guardiamo alla piena garanzia occupazionale: questo è l’obiettivo che ci siamo prefissati, anche insieme ai sindacati. È essenziale che tutti noi, ciascuno nel proprio ruolo, accompagniamo con responsabilità questa delicata fase, affinché siano perseguiti al meglio gli interessi della Nazione, del Gruppo e dei lavoratori». Nel corso del tavolo, inoltre, è emerso che, oltre ai pretendenti ormai noti, c’è anche un gruppo industriale dell’Azerbaijan che sarebbe interessato anche al polo di Novi Ligure. Ma la richiesta e l’auspicio di una vendita senza “spacchettamento”, con lo Stato che gestisca il partenariato con un partner privato che sia scelto innanzitutto per la credibilità di piano industriale e investimenti per la conversione energetica del polo siderurgico, continua ad essere il punto cruciale su cui sindacati e sindaci dei Comuni interessati non vogliono scendere a compromessi. «Siamo a un punto cruciale e decisivo, oltre al quale non si può andare. – commenta il sindaco di Novi, Rocchino Muliere – O c’è davvero una ripresa della produzione, o non si potrà mai guardare ad un futuro certo del gruppo ex Ilva. Ripeto, di tutto il gruppo nel suo insieme e non dei vari stabilimenti. Ribadiamo la nostra contrarietà allo spacchettamento e pensiamo che per il futuro dell’Ilva e dell’industria italiana sia necessario mantenere l’unitarietà del gruppo». All’incontro hanno partecipato anche il sindaco di Racconigi, il vicesindaco di Gattinara Alessio Piana, il vicepresidente della Regione Liguria Francesco Zambon, il direttore generale gruppo Ilva Maurizio Saitta, il direttore generale di Accaierie d’Italia Claudio Picucci, il responsabile HR del gruppo ADI, insieme ai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, i sindacati di categoria Fiom Cgil, Fim Cisl e Uil, e le Rsu.
Federica Riccardi