Il morbo continua a uccidere i poveri della terra
Domenica 28 gennaio si celebra la 71^ Giornata mondiale dei malati di lebbra
ROMA – Domenica 28 gennaio si celebra la 71^ Giornata mondiale dei Malati di Lebbra, istituita nel 1953 da Raul Follereau e riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite, “per sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia che molti credono estinta”. Essa rappresenta un momento fondamentale per ricordare non solo che il morbo di Hansen non è mai sparito, ma continua ad essere fortemente presente, soprattutto nelle zone più povere del mondo, dove non si ha l’accesso alle cure primarie. L’“Associazione italiana amici di Raoul Follereau” (Aifo), che porta avanti i valori del giornalista francese, organizza eventi sul territorio nazionale per informare e sensibilizzare le persone nei riguardi di una malattia che, nonostante sia curabile, è ancora un problema sanitario importante in diversi Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Oggi la lebbra si trova nella lista delle Malattie tropicali neglette (Mtn) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e la diminuzione del numero delle persone diagnosticate annualmente negli ultimi due decenni è graduale e progressiva, ma non come ci si attendeva, a causa delle difficoltà di gestione dei programmi di controllo ed eliminazione della malattia nei Paesi endemici. Negli ultimi due anni il numero annuale delle persone diagnosticate è in aumento. Secondo i dati Oms pubblicati a metà settembre 2023, le persone diagnosticate nel corso dell’anno 2022 sono state 174.087, con un aumento del 23,8% rispetto al 2021 (140.594 persone). Al primo posto l’India con 103.819 casi, seguita dal Brasile (19.635 persone) e dall’Indonesia (12.441 persone). Il 5,1% dei nuovi casi sono bambini, una percentuale ancora alta che dimostra come la catena di trasmissione sia ancora attiva e precoce, con un aumento del 14,6% rispetto all’anno precedente. La Giornata mondiale dei malati di lebbra, per Papa Francesco, dovrebbe essere lo spunto per rivedere i “modelli di sviluppo” e per “cercare di correggere le discriminazioni che essi provocano”: “Una occasione propizia per rinnovare il nostro impegno di costruire una società inclusiva, che non lasci nessuno ai margini”. Sul sito di Aifo (www.aifo.it) è possibile trovare dove saranno presenti i volontari che vendono il “Miele della Solidarietà”, il cui ricavato sarà utilizzato per garantire diagnosi, cura e riabilitazione per le persone colpite dalla lebbra.