Il Natale del driver

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Di Ennio Chiodi

“La consegna avverrà domani”. Bene! Tutto normale: non ci meraviglia più la rapidità con cui ci viene recapitato un prodotto ordinato appena poche ore prima online sui siti di e-commerce. Ci infastidisce, anzi, il ritardo anche solo di mezza giornata. Le vendite su Amazon e dintorni, cresciute rapidamente nel corso degli ultimi anni, sono esplose durante e dopo la pandemia da Covid. Oggi il 70% degli italiani dichiara di acquistare online e circa il 50% di farlo con regolarità. Compriamo di tutto, compresi sofisticati oggetti tecnologici, capi di abbigliamento, prodotti alimentari. La curiosità e la magia dello “shopping” nel negozio specializzato, il fascino della ricerca e dell’attesa, lasciano spazio alla comodità della consegna a domicilio e di metodi di pagamento apparentemente più convenienti e favorevoli. Il campanello suona, ci affacciamo, l’autista di Amazon o delle ditte appaltatrici lascia il pacco vicino alla porta e riparte a bordo del suo furgone dopo un rapido saluto. Ha tre minuti a disposizione per completare l’operazione. Trascorsi i tre minuti, un avviso segnalerà alla centrale la sosta “prolungata”. Il driver – l’autista– riceverà una richiesta di spiegazioni. Nel corso della giornata dovrà “produrre” centinaia di consegne: in media 1 ogni 4 minuti e mezzo. Un algoritmo scandisce la sua attività. Compagni di viaggio in cabina sono cronometro e navigatore. Prima di partire dalla struttura logistica, dovrà occuparsi anche del carico della merce da consegnare in giornata, secondo criteri dettati da sistemi computerizzati sui quali non potrà intervenire. In caso contrario potrebbe ricevere, come successo qualche giorno fa a tre autisti nel Bolognese, un avviso di sospensione. Non sono rari i casi in cui ai driver vengono addebitati i costi per la riparazione dei furgoni incidentati e per le contravvenzioni. In questi giorni i siti si limitano a informarci che il nostro acquisto sarà consegnato prima o dopo Natale, un periodo terribile per il driver. Le richieste crescono di giorno in giorno. Il meccanismo si fa ancora più frenetico. Gli autisti denunciano la necessità di correre per rispettare i tempi di consegna, violando spesso il codice della strada. “Tornare a casa sani e salvi” è stata la risposta al quesito di un sondaggio che chiedeva agli autisti quale fosse la loro aspettativa più importante. Gli incidenti che vedono coinvolti i mezzi dei corrieri sono frequenti, con gravi conseguenze sugli altri automobilisti. Quando – di questi tempi– ci affrettiamo, come se non ci fosse un domani, ad aprire un pacco ordinato appena ieri, dedichiamo un pensiero a chi ce lo ha recapitato prima di liquidarlo con un distratto gesto della mano. Un “Grazie. Buon Natale” non fa mai male.

ennio.chiodi@gmail.com

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