Quando l’uomo (come l’uovo) non ha più sorprese
Quale sia il messaggio che la Pasqua comunica a ogni credente ce lo spiega bene in questa pagina il nostro vescovo. Ma quale sia, ahimè, l’atteggiamento (anche) di tanti “credenti” nei confronti della Pasqua ce lo spiegano i loro comportamenti. Sembra, purtroppo, che la festa venga vissuta sempre in tono minore, come se fosse la sorella povera del Natale. Non ci sono regali da scambiarsi, lucine colorate da accendere e le uova, con quelle inutili sorprese, vanno bene per i bambini. Gli adulti hanno bisogno di cose profondamente effimere per sentirsi felici? Forse la spiegazione sta nel fatto che la Pasqua, prima della risurrezione, parla di morte, di dolore, di croce. Un tema che, mai come oggi, si vuole ricusare in vari modi. La realizzazione della persona, il raggiungimento della serenità e la capacità di amare e di essere amati gratuitamente non passano più per la croce. La strada del Golgota è deserta. Tutti a prendere delle scorciatoie. Il potere, il successo, i soldi: vette di un monte da risalire a ogni costo, però senza fatica, senza mettersi in discussione, senza confrontarsi con il prossimo, senza chiedere scusa. Il mite di cuore è considerato fuori moda, per non dire altro. Invece chi è mite, chi fa spazio all’amore di Dio, sa anche portare la propria croce. Da essa viene la spinta a vivere una vita nuova. Chi ha provato la sofferenza e l’ha affrontata, l’ha elaborata, ha trovato davvero se stesso, in un processo di cambiamento che definirei, addirittura, creativo. La croce della malattia, della vecchiaia, della solitudine, della disoccupazione, dell’incomprensione… le croci quotidiane che ci fanno inciampare nelle nostre granitiche e stupide convinzioni… la croce di essere meravigliosamente persone normali… ecco la vera sorpresa di una Pasqua che torna a interrogarci e ad abbagliarci di luce, nella quale oltre che taggati sarete sicuramente felici.