Il papato di Francesco nel libro di Luca Rolandi

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L’ultima fatica letteraria del giornalista del Popolo ripercorre i 10 anni di Bergoglio

È in libreria La solitudine di Papa Francesco – Dieci anni di Bergoglio, il nuovo libro di Luca Rolandi (golem Edizioni, 12 Euro). Classe 1966, originario di Pozzolo Formigaro, genovese di formazione e torinese d’adozione, Rolandi è giornalista professionista e dottore di ricerca in Storia sociale e religiosa. Ha lavorato per alcune testate nazionali ed è stato direttore del settimanale diocesano di Torino La Voce del Popolo. È collaboratore del nostro giornale da molto tempo.

In questa sua ultima “fatica” ci propone una rilettura dei primi dieci anni del pontificato di Francesco. E lo fa raccogliendo i suoi articoli dedicati al Papa e pubblicati nel corso del passato decennio.

Non una sterile cronologia dei fatti e degli scritti del Pontefice, ma un attento esame di alcuni temi fondamentali del messaggio evangelico e del mistero del Dio incarnato in Gesù Cristo sui quali Papa Francesco ha incentrato il suo magistero di vescovo tra i vescovi. La morte e la risurrezione, la collegialità e la sinodalità come progetto di Chiesa, la secolarizzazione e la modernità in rapporto alla Chiesa non solo istituzione, i movimenti sociali, la politica al servizio dell’uomo, il primato della pace, diseguaglianze e dignità di tutte le vite, ecologia umana e integrale, antropologia umana e metafisica del “già” e “non ancora” del mondo.

Il lavoro di Rolandi – scrive nella prefazione la teologa Serena Noceti – “ci riconsegna con immediatezza al senso di genuina sorpresa da tutti sperimentata già il 13 marzo 2013, mentre lo ascoltavamo pronunciare parole dimenticate nel lessico ecclesiale (o peggio, oggetto di sospetto e denuncia per decenni), popolo di Dio, vescovo di Roma, a cui si aggiungeranno negli anni successivi riforma della chiesa, sinodalità, sensus fidei dei battezzati, ministeri laicali…”. Parole e gesti dunque “con cui fin dai primi mesi è stata riplasmata la modalità di esercizio del ministero papale: la prima visita papale a Lampedusa e poi a Lesbo, la lavanda dei piedi a carcerati o immigrati, la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, le telefonate a tante persone semplici segnate da dolore e sofferenze, l’apertura della Porta santa del Giubileo a Bagui, la visita in Iraq, fino ad arrivare alla celebrazione solitaria in una piazza San Pietro vuota mentre pandemia e lockdown ridisegnavano le forme della convivenza civile e ponevano ogni essere umano davanti alle domande radicali, sulla vita, la morte, la solidarietà, i legami sociali”.

Il volume è organizzato in due grandi parti: nella prima – “Gli anni del consenso” – vengono tratteggiati i primi cinque anni, mentre la seconda – “Gli anni della solitudine” – descrivono il quinquennio successivo.

Lo sguardo di Luca Rolandi permette al lettore di cogliere – scrive ancora Noceti – il tratto di “profezia e sapienza che contraddistinguono la parola e l’agire di colui che ha scelto di chiamarsi Francesco, il Santo dei poveri, della pace, del creato, ma anche il Santo della fraternità, che accetta la sfida di ‘restaurare la chiesa’ di Dio in questo tempo, il Santo del vangelo sine glossa che rimane la provocazione centrale per la chiesa in ogni tempo”.

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