Il perdono di Dio dona la vita
Il vescovo ha celebrato la Messa pasquale alla Bioindustria
NOVI LIGURE- È stata molto partecipata e caratterizzata da profonda fede la Santa Messa del precetto pasquale presieduta dal vescovo Monsignor Guido Marini nella sede dell’azienda novese Bioindustria, concelebrata con don Massimo Bianchi parroco della Comunità Pastorale “S. Teresa di Calcutta” e don Costantino Marostegan, direttore della Pastorale per il lavoro della Diocesi. La celebrazione si è aperta con i saluti del vescovo ai presenti e il ricordo di Luisa e Luca, che il Signore ha voluto con sé nei mesi scorsi. Altro momento toccante è stata l’omelia nella quale Monsignor Marini ha evidenziato il rapporto stretto tra il perdono di Dio e la vita. Lo ha spiegato facendo ricorso al simbolico romanzo di Oscar Wilde intitolato Il ritratto di Dorian Gray in cui il protagonista ha capito, dopo una vita di libertinaggio, la bruttezza della sua esistenza e si è ucciso. Il vescovo ha, poi, ricordato un episodio della vita di don Luigi Orione che una sera era andato a predicare a Pontecurone, alla novena della festa di quella parrocchia. Durante la predicazione aveva affrontato il tema del peccato e della misericordia di Dio e, gli è venuto da dire «guardate, la misericordia di Dio è infinita a tal punto che se anche un figlio avesse peccato così duramente da mettere il veleno nel piatto della madre uccidendola, Dio sarebbe disposto a perdonarlo se egli fosse pentito». Al termine, don Orione fece ritorno verso Tortona. A metà strada si rese conto che dietro di lui c’era qualcuno che lo stava seguendo. Allora, un po’ preoccupato, decise di fermarsi e attese che questa persona sconosciuta lo raggiungesse. Quando gli fu vicino, don Orione gli chiese: «ha bisogno di qualcosa?». Il giovane rispose: «Lei è quel prete che stasera ha parlato nella chiesa di Pontecurone?». Ricevuta conferma, il ragazzo aggiunse: «È stato proprio lei a dire che se anche un figlio mettesse il veleno nel piatto della madre e così la uccidesse, potrebbe ricevere il perdono di Dio?». Don Orione rimase sorpreso e disse: «Sì, in quel momento mi è venuto da dire questo per sottolineare la grandezza della misericordia di Dio». Il giovane replicò: «Ma lei ci crede in quello che ha detto?» e don Orione aggiunse «Certo che ci credo, l’ho detto perché ci credo». Allora il giovane con uno sguardo angosciato, proprio di chi si porta dentro un grande peso, si rivolse a don Orione e disse: «Vede, io sono quel giovane che ha messo il veleno nel piatto della madre e così l’ha uccisa. Lei crede che la misericordia di Dio mi possa perdonare?» e don Orione che rimase sconvolto gli disse: «Certo. Sei pentito?». Il ragazzo s’inginocchiò davanti a lui e ricevette da don Orione il perdono attraverso la confessione sul ponte della strada che da Pontecurone va a Tortona e questo ragazzo si risollevò con un volto che era cambiato. Era il volto di chi era rinato a una vita nuova perché quel male che aveva portato dentro di sé per tanto tempo finalmente era stato perdonato e così, in fondo, aveva anche perdonato sé stesso e aveva ritrovato la vita. Il vescovo ha concluso l’omelia pronunciata davanti al presidente della Bioindustria Fabrizio Caraccia e la moglie Ada Geraldini e lavoratori, ripetendo l’invocazione con la quale aveva iniziato la celebrazione: «Perdonaci Signore e noi vivremo».
Luciano Asborno