Il Premio Coppi a Bugno, Cassani, Chiappucci e Nibali

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L’evento condotto da Marino Bartoletti con il sindaco, il vescovo e l’assessore regionale

TORTONA – La “capitale mondiale del ciclismo”, come è stata definita Tortona poco più di un anno fa su queste pagine, dopo la tappa del Giro d’Italia nel 2023, si prepara a ospitare lo storico passaggio del Tour de France il prossimo 1° luglio con il traguardo volante di tappa, che vale come gran premio della montagna dedicato a Fausto Coppi. È l’unica città nella storia ad avere avuto presenza delle due corse a tappe più celebri del mondo nell’arco di 14 mesi, senza dimenticare il passaggio della tradizionale “Milano – Sanremo” che quest’anno è partita da Pavia. Un record dovuto alla sua storia ciclistica che vanta grandi nomi e alla vicinanza a Castellania che ha dato i natali al Campionissimo, celebrato ogni anno il 2 gennaio, nell’anniversario della morte. Proprio il suo nome è stato protagonista assoluto al teatro “Civico” nel pomeriggio di lunedì 15 aprile, quando si è svolta un’edizione speciale del “Premio Fausto Coppi”. Destinatari di questo importante riconoscimento sono stati 4 grandi campioni che sono saliti sul palco per raccontare le proprie gesta in carriera alla “Grande Boucle”: lo “Squalo” Vincenzo Nibali, che ha vinto il Tour e tutte e tre le corse a tappe, Gianni Bugno e Claudio Chiappucci, rivali negli anni Novanta con tante imprese di giornata in maglia gialla e Davide Cassani che, oltre a una brillante carriera da corridore e da commentatore televisivo, è stato anche commissario tecnico della Nazionale e compagno di squadra del “pirata” Marco Pantani, anche lui trionfatore in Francia. La manifestazione, organizzata dal Comune e curata dal presidente del consiglio comunale Giovanni Ferrari Cuniolo, pronipote del primo campione nazionale di ciclismo, insieme a Charly Bergaglio, patron di Arena Derthona, si è svolta sotto forma di talk show. Tra gli altri erano presenti l’assessore reVittoria Poggio e il presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino. A condurla è stato Marino Bartoletti, noto giornalista, per anni direttore del Guerin Sportivo e artefice di varie trasmissioni tv come “Quelli che il calcio”. A fare gli onori di casa il sindaco Federico Chiodi che nella sua introduzione ha sottolinato il ruolo centrale del ciclismo e del turismo nello sviluppo della città. Ha poi invitato a fare un saluto il vescovo Mons. Guido Marini che, prima di tutto, ha ricordato la sua genuina passione per lo sport e soprattutto per il ciclismo, sempre seguito in famiglia con i genitori e la sorella, come ha dimostrato nel ricordare numerose imprese dei corridori presenti. Nel suo intervento ha richiamato l’attenzione sul parallelismo tra la vita e la bicicletta. Citando Einstein che diceva “la vita è un po’ come la bicicletta: non sta in equilibrio se non si muove”, per sottolineare l’importanza di questo mezzo che “insegna la fatica” come affermava il ciclista Ivan Basso. «Il ciclismo, dunque, è un simbolo della vita. – ha detto il vescovo – E guardando a esso vediamo la grandezza della vita». Un ultimo ricordo è stato quello del campione Gianbattista Baronchelli autore del libro Pedalando per il cielo che ha richiamato anche una dimensione di fede di questo importante sport. Sul palco, poi, sono saliti anche i figli di Coppi, Marina e Faustino, che hanno portato la maglia gialla del papà. Sono intervenuti anche i giornalisti Luca Gialanella della Gazzetta dello Sport e Beppe Conti di Tuttosport, che hanno descritto le caratteristiche delle tre tappe italiane del Tour e valutato le prospettive dei corridori italiani. E poi tanti aneddoti, commenti, ricordi e pronostici sviluppati dai vari ospiti, ognuno interpellato a parlare della propria esperienza al Tour de France. Cassani ha citato il fatto di essere nato il 1 gennaio 1961, un anno esatto dopo la morte di Coppi e di sentire per questo un forte legame con lui. Chiappucci, a sua volta ha ricordato tra lui e Bugno nel quale qualcuno rivedeva il confronto tra Bartali e Coppi, fatto soprattutto di amicizia e rispetto e ancora Bugno che ha lodato il Tortonese, “con strade che trasudano di storia del ciclismo”. Alla fine tutti sono stati disponibili a incontrare i presenti per foto ricordo e autografi.

Stefano Brocchetti

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