Il “primo” Annuario diocesano e il problema della scarsità di clero
Una recente scoperta fatta nell’Archivio Storico Diocesano ci presenta la Diocesi di Tortona nel 1891: numeri diversi ma criticità ricorrenti
di Giuseppe Decarlini
Una piacevole scoperta, esaminando l’ampia raccolta di pubblicazioni esistente nell’Archivio Storico Diocesano, è stata quella di trovare il volumetto Prospetto sinottico della Diocesi di Tortona edito nel 1891 dalla Tipografia Adriano Rossi, impressore vescovile, che probabilmente costituisce il primo Annuario diocesano, seppur parziale, mancando l’elenco dei sacerdoti.
Sulla cattedra di San Marziano sedeva mons. Igino Bandi che il 1° febbraio di quell’anno aveva fatto il solenne ingresso in Diocesi dopo aver atteso a lungo il Regio exequatur. Preconizzato da Leone XIII nel concistoro del 23 giugno 1890, era stato consacrato il successivo 14 settembre nella cattedrale di Vigevano.
Tale pubblicazione è di particolare importanza in quanto ci consente di confrontarla con quanto riportato nel volume Statistica ecclesiastica d’Italia edito a Savona nel 1885 (pp. 84-93) durante l’episcopato di Mons. Vincenzo Capelli (1874-1890). Sulla base di tale volume nella Diocesi di Tortona vi erano 571 “chiese ed oratori aperti al pubblico” e 515 “sacerdoti secolari e regolari”, mentre la popolazione diocesana superava le 270.000 unità.
Vale la pena ricordare che l’incidenza del clero regolare era del tutto modesta.
Il seminario diocesano a Tortona (quello di Stazzano verrà realizzato da Mons. Igino Bandi) era diretto dal canonico Claudio André, aveva 12 professori, numerosi chierici (240 nel 1881), ma solo 4 quelli “aspiranti al sacerdozio” (prossimi cioè all’ordinazione presbiterale). I sacerdoti ordinati nell’ultimo quinquennio erano stati 30, mentre quelli defunti nello stesso periodo ben 101.
Una situazione non certo ottimale alla quale Mons. Bandi dedicò subito le sue energie pubblicando il 14 settembre 1891 una lettera pastorale nella quale annunciava la decisione di iniziare la prima visita pastorale.
Il 25 ottobre successivo in cattedrale fu inaugurato solennemente l’inizio della visita e nell’occasione venne distribuita l’Istruzione cioè la dettagliata relazione che ogni parroco doveva redigere. In merito alla situazione del clero così scrive don Giuseppe Rognoni, segretario e primo biografo di Mons. Bandi: “La zona appenninica della diocesi era in quell’epoca priva di strade carrozzabili ed a circa un terzo delle parrocchie non era possibile accedere che a piedi o cavalcando per sentieri ripidi e scoscesi. Con cuore saldo e senza preoccupazioni personali il Vescovo vi si accinse con tutto l’ardore e con metodo preciso e rigoroso”.
E ancora: “[…] si recò dappertutto, al piano e al monte, nelle parrocchie più popolose e nelle più microscopiche appiattate tra i castagni e i faggi […] qualcuna di esse forse da oltre cinquant’anni non aveva più vista la veste paonazza del Vescovo”.
Ma veniamo alla nostra pubblicazione che come scrive Mons. Bandi “potrà tornare utilissima al nostro venerando clero e ai signori parroci della diocesi”. Sulle prime pagine dopo le Indicazioni tipografiche sono stampate brevi note in merito a Santuari e chiese meritevoli di speciale menzione. A Tortona La Madonna di San Bernardino, in realtà solo quanto ancora esisteva del seicentesco Santuario di N. S. delle Grazie di San Bernardino con la chiosa “giova sperare che la meschina porzione di esso conservata al pubblico culto attragga i pii tortonesi”. Nostra Signora di Rinarolo “che dal 1865 acquistò maggior importanza pel suo sotterraneo ridotto a sepolcreto episcopale”.
A seguire la chiesa di Albera Ligure, quella di Arena Po per il Santuario di Fontanasanta, quella di Arquata Scrivia dove insisteva il Santuario di N. S. della Misericordia; la Collegiata di Broni, “borgo insigne” e poi Cabella Ligure (Santuario della Madonna di Ca del Bello); Garbagna (Santuario della Madonna del Lago); Montebruno “Santuario insigne per l’apparizione di Maria SS.ma”; San Ponzo dove si venerano le reliquie di San Ponzo Martire; Stazzano (Santuario di Monte Spineto) e infine Torricella che “a giusta ragione può denominarsi il Santuario della Passione”.
La diocesi contava 275 parrocchie e venticinque chiese succursali suddivise in 12 regioni: Tortona; Voghera; Novi; Casteggio; Broni; Montalto; Varzi; Torriglia; Casella; Albera; San Sebastiano e Garbagna.
La popolazione superava le 291.000 unità. Le parrocchie erano così suddivise:
Arcipreture 60
Prevosture 127
Priorati 5
Rettorie 83
Curazie 25.
I maggiori centri abitati erano Tortona 13.992, Broni 7.300, Castelnuovo Scrivia 7.350, Novi Ligure 12.150 e Voghera (allora parrocchia unica) 13.640.
Manca, come già detto, l’elenco dei sacerdoti.
Al riguardo don Rognoni scrive che “causa della scarsità di clero” alcune parrocchie “da anni erano prive di pastore, le canoniche abbandonate e senza possibilità di offrire una ospitalità decorosa e un minimo di ristoro”. Il Vescovo giunse anche in queste per “visitarle personalmente non badando ad etichette ed a sacrifici personali”.
Nella lettera pastorale del 23 aprile 1891 Mons. Bandi fa cenno alla difficile situazione: “Vi sono parrocchie già da anni prive del loro Pastore; popolazioni senza una guida, un conforto, senza Gesù sacramentato che le consoli di sua divina presenza, che raffermi la fede, ne custodisca la virtù: parrocchie e popolazioni senza parola di Dio, senza sacramenti, là disperse sulle nevose vette degli Appennini…”.
Don Goggi nel tratteggiarne la figura scrive: “Ebbe a cuore l’aumento del clero che era diminuito assai ed il suo perfezionamento”.
In realtà nell’Oltrepò pavese solo una parrocchia – Oramala – era priva di parroco, ma 77 parrocchie su 115 avevano come unico sacerdote il parroco.
Ben diversa la situazione nei centri maggiori della diocesi:
Voghera, l’arciprete e 8 sacerdoti;
Serravalle Scrivia, l’arciprete e 6 sacerdoti;
Castelnuovo Scrivia, il prevosto e 11 sacerdoti (di cui 6 canonici);
Broni, 7 sacerdoti compreso l’arciprete Pietro Berruti che nel 1899 sarebbe divenuto vescovo di Vigevano;
Novi Ligure, 5 e 8 sacerdoti rispettivamente nelle parrocchie di San Nicolò e San Pietro (manca la documentazione per Sant’Andrea).
Faceva eccezione Pontecurone con il solo parroco a Santa Maria Assunta e un solo sacerdote in San Giovanni Battista, oltre al parroco.
Numeroso il clero a Tortona, peraltro non quantificabile tacendo al riguardo le relazioni dei parroci, per la presenza dei canonici della cattedrale, della Curia vescovile e del seminario.
Per ovviare al problema Mons. Bandi riprese il progetto di edificare un secondo seminario a Stazzano (avevano tentato senza successo mons. Giovanni Negri e mons. Vincenzo Capelli) nell’area occupata dall’antico castello vescovile al fine di aumentare il numero dei chierici, facilitando e favorendo le vocazioni ecclesiastiche.
Già nell’ottobre 1892 il seminario di Stazzano riapriva con la classe di prima e seconda ginnasiale.
Così il clero diocesano aumentò in modo significativo. Dal 1895 al 1914 i sacerdoti passarono rispettivamente da 456 a 519.
Fonti:
G. ROGNONI, Il profilo di un Vescovo insigne. Mons. Igino Bandi, Vescovo di Tortona nei suoi scritti e nelle sue opere; Il seminario Leone XIII e il santuario del Sacro Cuore di Stazzano, in Il Popolo, 7 marzo 1935.
C. GOGGI, Per la storia della diocesi di Tortona, II, 1973.
M.C. SUSIGAN, L’Oltrepo pavese nella prima visita pastorale di mons. Bandi (1891-1897), tesi di laurea A.A. 1994-1995
ARCHIVIO STORICO DELLA DIOCESI DI TORTONA, Bandi, Visite e lettere pastorali.