«Il sacerdote richiama il popolo a Dio ed è l’uomo della gioia»
San Marziano. Nella mattinata del 6 marzo la Liturgia delle Ore e la riflessione del card. Angelo Bagnasco per i presbiteri e i diaconi permanenti
TORTONA – Ieri, mercoledì 6 marzo, il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova, è stato accolto a Tortona dove è giunto per celebrare la solennità di San Marziano.
La giornata è iniziata alle ore 10 in cattedrale, con il tradizionale incontro dei presbiteri e dei diaconi permanenti. Dopo la celebrazione della liturgia delle Ore, con il canto dei Salmi e l’ascolto della Parola, Mons. Guido Marini ha rivolto al cardinale un caloroso saluto di benvenuto, esprimendogli gratitudine e affetto e ha ringraziato i sacerdoti «pastori fedeli, desiderosi di dare la vita per questa Chiesa che il Signore ha amato fino a dare la vita e ogni giorno cerchiamo di amare come Lui l’ha amata». Il vescovo ha rivolto anche un pensiero ai presbiteri anziani che non erano presenti e ha esortato tutti ad affidarsi a san Marziano con fiducia filiale.
Il cardinale ha poi iniziato la sua riflessione profonda e appassionata sottolineando che è stata una grande gioia per lui trovarsi insieme al presbiterio tortonese. L’incontro di sacerdoti, secondo il card. Bagnasco, rappresenta sempre una risposta all’invito di Gesù che dice: «Venite in disparte e riposatevi un poco». «La cosa più importante è sapere se siamo contenti dell’enorme dono ricevuto da Cristo nel sacerdozio, – ha detto il card. Bagnasco – perché l’apostolato che è la missione se non scaturisce da Cristo ci allontana dal suo volto».
«Quello che stiamo vivendo – ha aggiunto – è un grande momento perché si applica la legge della vita per cui è attraverso le prove e dentro le prove che si cresce. Le difficoltà, se vissute con lo sguardo di Dio e non con quello umano, sono occasione per far crescere la fede».
Ha sottolineato che vi sono molte testimonianze, soprattutto di giovani, che cercano nell’intelligenza della fede il buon senso che la società sta perdendo. Dio, infatti, è sempre all’opera nella profondità dei cuori e delle anime. Il presule ha poi voluto far chiarezza sull’identità sacerdotale, partendo dal fatto che per il mondo occidentale la Chiesa è, spesso, considerata un erogatore di servizi necessari e provvidenziali. Ha poi citato la Presbiterorum Ordinis dei Padri conciliari per richiamare “l’alta dignità dell’ordine dei presbi- teri”, concessa da Dio attraverso il sacramento e per riflettere sulla figura sacerdotale. Il sacerdote è “alter Christus” cioè è chiamato ad agire in nome di Cristo ed è anche l’uomo del dono e della libertà. Inoltre, deve essere come un campanile ben visibile da tutti, che porta la croce, indica la via del cielo e richiama a Dio e invita la comunità a radunarsi, conforta, consola, benedice la gioia, accompagna le età della vita e, infine, come il campanile suona l’Angelus tre volte al giorno, così il prete deve annunciare quella piccola preghiera che è la sintesi della nostra fede, l’annuncio della gioia che Dio è con noi. «Se un sacerdote – ha concluso il porporato – ha questa missione di annunciare in tutti i modi il messaggio che le campane fanno risuonare tutti i giorni non può non essere l’uomo della gioia, perché l’annuncio gli riempie il cuore».
Terminato l’intervento del cardinale, ha avuto inizio l’adorazione eucaristica, “un tempo in cui stare davanti al Signore nella lode intima e nella benedizione” perché Lui ama senza fine e non abbandona mai i suoi figli. Momenti di intenso silenzio e di preghiera hanno preceduto la solenne benedizione eucaristica. Poi tutti, in processione, si sono recati davanti all’urna del santo per recitare insieme la preghiera composta dal vescovo Guido, lo scorso anno, in occasione dell’anno giubilare per i 1900 anni del martirio.
Il pranzo fraterno in Seminario ha concluso la prima parte della festa.
Mentre il giornale era in stampa, alle ore 18, il card. Angelo Bagnasco ha presieduto il solenne pontificale in cattedrale, alla presenza di tutte le autorità cittadine.
d.c.
(Foto: Luigi Bloise)