Il silenzio è d’oro?

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Il classico: «Com’è andata oggi a scuola?», «Bene», «Cos’avete fatto?», «Niente», è il dialogo tipo che si può instaurare con un adolescente. Quando una coppia diventa una famiglia, oltre allo stravolgimento dei ritmi usuali di vita, ciò che si infrange è il silenzio: pianti del neonato per la fame, per le coliche, per i capricci… e poi, durante l’infanzia, il sottofondo costante delle canzoncine mutuate dalla baby dance estiva, il mormorio dei giochi, i racconti dettagliati di quanto avvenuto nelle ore alla scuola materna, le continue richieste del perché su ogni cosa, le voci in falsetto dei cartoni animati che fanno anelare alla maschia voce di Montalbano come ad un resort 5 stelle.

Con l’appropinquarsi dell’adolescenza, la creatura straripante si tramuta in un’enigmatica sfinge che risponde a monosillabi e vive in un universo a sé stante. La tenera e rubiconda frugoletta ha lasciato il posto a un’algida valchiria che mi fissa con espressione tra il meravigliato e l’infastidito.

I tentativi per intrufolarsi in questo monolite impalpabile valgono tanto quanto quelli di “due scarafaggi che tentano di rosicchiare un pilastro di San Pietro” come ben fece dire Guareschi a don Camillo. Per infrangere il soffitto di cristallo, instauro un possibile discorso sul campo dello sport, indomita passione della ragazza: «Sei contenta della gara di oggi?». Segue grugnito dell’orso marsicano: «Insomma… ho riconfermato il mio tempo». Insisto: «Cos’ha detto il coa-ch?»; risposta spazientita: «Niente». Due le varianti: «Com’è andata la gara?» con due possibili fulminee risposte: «Male» o «Be-ne» il cui prosieguo però è immutato: «Co-s’ha detto il coach?», in entrambi i casi: «Niente»: quando si dice senza infamia e senza lode! Talvolta avviene un piccolo miracolo: in una di queste gelide sere invernali, stramazzo sul divano circa 45 minuti dopo che il resto della famiglia vi si è accomodato, desiderando concludere la giornata con una tisana bollente e la parzialmente incosciente visione di una fiction.

La ragazza viene colta da improvviso furore di eloquenza, che nemmeno Cicerone nelle “Catilinarie”, e inizia a parlare a raffica di svariati argomenti, ponendo domande alle quali mi sforzo di rispondere con senso compiuto, accorgendomi che sto cedendo alle lusinghe di Morfeo. All’ennesima mia sintetica risposta con la voce impastata come se avessi bevuto tre gin tonic, ecco l’esplosione della protesta: «Insomma! Ti lamenti sempre che non ti dico le cose, che non sai mai niente e che non parlo! Adesso che ho un sacco da dire, mi guardi rimbambita e mi rispondi appena!».

È vero, cuore mio, ma sono le 22.45 e a quest’ora anche gli orsi marsicani dormono!

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