“Il tenore”: Aldo Raccone famoso maestro di bel canto

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Aldo Raccone era una persona dal carattere schivo, ma quando intonava una canzone aveva il mondo in mano. La sua Sarezzano l’avrà sempre nel cuore: originario di Tortona, aveva scelto per vivere questo paesino in collina, dove abitava lo zio. Per tutti era “il tenore”: un uomo dalla grande fermezza morale e naturalmente portato per il “bel canto”. La sua fama avrebbe potuto spingersi oltre, ma la vita gli presentò molto presto un conto amaro: diciannovenne, durante la guerra Aldo perse un braccio per aiutare un commilitone in difficoltà sul fronte africano, a causa dello scoppio di una granata. Generoso d’animo, pagò il suo gesto anche in seguito, perché all’epoca, soprattutto nel mondo dello spettacolo, avere una menomazione non aiutava. Ma al di là dei pregiudizi, questa persona dai sani principi che aveva poi trovato un impiego in portineria in Comune a Tortona, si tolse parecchie soddisfazioni sul palco.

Seguito dal maestro Venturino Chiaia, nel 1953 vinse il concorso del Maggio musicale fiorentino e si esibì in due concerti Rai a Torino nell’ambito della Rassegna Voci Nuove. Lui, insieme a Zambruno, Campora e Galluzzi, formava i cosiddetti “quattro tenori di Tortona”.

Punta di diamante della corale tortonese “Perosi” diretta da mons. Giuseppe Scappini, Aldo – che era nato nel 1919 – cantò fino a 78 anni, lasciando all’età di 80, i figli Daniela e Fulvio. Sua moglie Lucia – la donna della sua vita – se n’era già andata.

«Quando morì mamma – ricorda Daniela – mio papà disse che non aveva perso solo la persona che aveva sposato, ma anche un’amica e un’amante. Formavano una coppia molto innamorata: mia mamma lo accompagnava sempre ai concerti. Ogni volta che prendo un momento per me, mi siedo nella nostra casa e riascolto la sua voce incisa su qualche disco, mi emoziono e piango».

Il suo timbro squillante fu apprezzato nei teatri del nord Italia: la “Tosca” è stata uno dei suoi cavalli di battaglia, ma anche “Madama Butterfly”, “Cavalleria Rusticana”, “Trovatore” e brani di matrice napoletana ben si addicevano alle sue corde.

Nella casa di Aldo Raccone, vicino alla chiesa vecchia di Sarezzano, arrivavano gli amici di sempre: si attaccava la merenda con la cena e il dopocena e si condividevano ricordi e “cantate”. Piccole grandi gioie di un uomo che ha segnato il panorama del mondo della musica tortonese, dimostrando di avere un grande temperamento in tutto quello che faceva. Anche il settore sportivo si ricorda quell’Aldo Raccone, giovane promessa del calcio italiano, che giocò con altrettanta passione in serie C nella squadra del Derthona.

Alessandra Dellacà

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