«Il vaccino è un dovere di tutti»

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È partita la campagna anti epidemia. L’obiettivo del Governo è di vaccinare gli italiani che lo vorranno entro il prossimo autunno

Domenica 27 dicembre 2020. Una data che sicuramente troverà spazio nei libri di storia. Si studierà che in quel giorno in tutta Europa si è celebrato il “Vaccine day”, l’avvio ufficiale della campagna di vaccinazione contro il Covid-19. Il giorno prima, infatti, 9.750 dosi del vaccino Pfizer-Biontech (il primo ad essere stato autorizzato dall’Agenzia Europea del Farmaco) sono arrivate dal Belgio all’ospedale “Spallanzani” di Roma. Da qui, per consentire all’intero Paese di partecipare al Vaccine day europeo, l’esercito le ha prelevate per distribuirle in tutte le altre regioni.

Le successive dosi di Pfizer, così come previsto dal Piano Vaccini, vengono consegnate direttamente dalla casa farmaceutica ai 300 siti di somministrazione individuati dalla struttura commissariale statale in accordo con le amministrazioni regionali.

Si è trattato di una giornata simbolo, mentre la distribuzione vera e propria è iniziata il 28 dicembre con l’invio in Italia di circa 470 mila dosi ogni settimana.

Nei giorni scorsi la stessa autorità sanitaria europea ha autorizzato l’utilizzo di un altro vaccino, quello prodotto da Moderna, mentre per la fine di gennaio è atteso l’ok a quello di AstraZeneca. Nomi di industrie farmaceutiche divenuti ormai famigliari, tanta è l’attesa e la speranza riposta nel vaccino, considerato a oggi lo strumento principe per uscire dall’emergenza.

L’obiettivo del Governo è quello di vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro il prossimo autunno. Anche nelle nostre province è partita la campagna vaccinale.

In Piemonte, come del resto in tutto il Paese, la prima fase riguarderà il personale delle aziende sanitarie (120.000 persone) e gli ospiti e operatori delle Rsa (75.000 persone).

«I vaccini vengono consegnati da Pfizer agli hub sanitari individuati in Piemonte – spiega il commissario per l’area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte Antonio Rinaudo – che la Regione sta attrezzando con i congelatori necessari, in grado di assicurare la temperatura di -80 gradi richiesta per la corretta conservazione, e da lì sono smistati ai presidi sanitari e alle Rsa per procedere con la prima somministrazione e il richiamo dopo una ventina di giorni. Il completamento della prima fase è perciò atteso in circa 50 giorni».

«Il nuovo anno si è aperto all’insegna della speranza. – ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – Abbiamo predisposto un piano molto accurato, per cui abbiamo ricevuto anche i complimenti da Roma. Quello del 27 dicembre è stato un avvio simbolico, ma già dal 2 gennaio abbiamo iniziato ad immunizzare il nostro personale sanitario, che con straordinaria abnegazione ha prestato servizio in questa emergenza, insieme ai nostri anziani ospitati nelle residenze e agli operatori che si prendono cura di loro». Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 47.335 dosi, corrispondenti al 57,2% delle 82.810 finora consegnate al Piemonte.

Nella provincia di Alessandria i centri di vaccinazione sono quattro: Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Tortona.

I vaccini vengono somministrati in “luoghi specifici” individuati nei singoli nosocomi, resi operativi dal lavoro congiunto di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, amministrativi. L’adesione alla campagna vaccinale “anti Covid-19” da parte del personale dell’Asl di Alessandria è già molto alta, raggiungendo il 75% nel personale infermieristico e quasi l’85% tra i medici. Il vaccino di Pfizer consentirà di vaccinare nei prossimi 50 giorni i 93.000 dipendenti delle Aziende sanitarie piemontesi, i 48.000 ospiti delle R.S.A. e i 34.000 operatori di queste strutture (il richiamo della seconda dose deve avvenire tra il 19° e il 23° giorno dalla prima).

La vaccinazione non è obbligatoria, ma fortemente raccomandata e gli ultimi dati indicano in quasi mille le persone già vaccinate all’ospedale “San Giacomo” di Novi Ligure. Sono iniziate speditamente anche le vaccinazioni nelle Rsa. All’ospedale di Tortona la campagna è partita con l’arrivo il 30 dicembre scorso di circa mille dosi di vaccino.

La Lombardia (dove Letizia Moratti è il nuovo assessore alla Sanità al posto di Giulio Gallera), dopo una partenza a rilento che ha fatto notizia a livello nazionale, si è messa in cammino raggiungendo il 44,1% di somministrazione delle dosi finora consegnate, corrispondente a oltre 70 mila persone vaccinate dall’inizio della campagna.

Entro il mese di gennaio arriveranno in Lombardia 492.570 dosi di vaccino. Dal 4 gennaio è partito il piano effettivo di somministrazione che, in questa prima fase, anche qui coinvolge unicamente gli operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale dei presidi residenziali per anziani, con la somministrazione di circa 3.000 dosi, inoculate al “San Matteo” di Pavia e nei presidi di Vigevano, Voghera e Stradella. Si prevede una capacità di somministrazione iniziale fino a 10.000 dosi al giorno, che potrà essere successivamente incrementata fino a 15.000.

«In cinque giorni – spiega il direttore socio sanitario di Asst Pavia Armando Gozzini – abbiamo trattato 1.450 operatori, quasi metà del personale. La prossima settimana finiremo. Le adesioni, su 3.200 dipendenti, sfiorano il 70%. E contiamo di fare ancora di più».

Nei prossimi giorni le dosi arriveranno anche all’ospedale di Varzi e le residenze per anziani della provincia si stanno preparando a somministrare ai propri operatori il vaccino.

Da medici e infermieri sale l’invito a vaccinarsi: «Cosa dire agli indecisi? Vaccinatevi perché è l’unica via per uscirne sul piano della salute, su quello economico e sociale. Vaccinarsi è prima di tutto un dovere».

Lo ha ricordato anche Papa Francesco: «Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri». «La settimana prossima – ha continuato il Pontefice – inizieremo a farlo qui in Vaticano ed io mi sono prenotato, si deve fare».

Marco Rezzani

Domenica 27 dicembre 2020. Una data che sicuramente troverà spazio nei libri di storia. Si studierà che in quel giorno in tutta Europa si è celebrato il “Vaccine day”, l’avvio ufficiale della campagna di vaccinazione contro il Covid-19. Il giorno prima, infatti, 9.750 dosi del vaccino Pfizer-Biontech (il primo ad essere stato autorizzato dall’Agenzia Europea del Farmaco) sono arrivate dal Belgio all’ospedale “Spallanzani” di Roma. Da qui, per consentire all’intero Paese di partecipare al Vaccine day europeo, l’esercito le ha prelevate per distribuirle in tutte le altre regioni.

Le successive dosi di Pfizer, così come previsto dal Piano Vaccini, vengono consegnate direttamente dalla casa farmaceutica ai 300 siti di somministrazione individuati dalla struttura commissariale statale in accordo con le amministrazioni regionali.

Si è trattato di una giornata simbolo, mentre la distribuzione vera e propria è iniziata il 28 dicembre con l’invio in Italia di circa 470 mila dosi ogni settimana.

Nei giorni scorsi la stessa autorità sanitaria europea ha autorizzato l’utilizzo di un altro vaccino, quello prodotto da Moderna, mentre per la fine di gennaio è atteso l’ok a quello di AstraZeneca. Nomi di industrie farmaceutiche divenuti ormai famigliari, tanta è l’attesa e la speranza riposta nel vaccino, considerato a oggi lo strumento principe per uscire dall’emergenza.

L’obiettivo del Governo è quello di vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro il prossimo autunno. Anche nelle nostre province è partita la campagna vaccinale.

In Piemonte, come del resto in tutto il Paese, la prima fase riguarderà il personale delle aziende sanitarie (120.000 persone) e gli ospiti e operatori delle Rsa (75.000 persone).

«I vaccini vengono consegnati da Pfizer agli hub sanitari individuati in Piemonte – spiega il commissario per l’area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte Antonio Rinaudo – che la Regione sta attrezzando con i congelatori necessari, in grado di assicurare la temperatura di -80 gradi richiesta per la corretta conservazione, e da lì sono smistati ai presidi sanitari e alle Rsa per procedere con la prima somministrazione e il richiamo dopo una ventina di giorni. Il completamento della prima fase è perciò atteso in circa 50 giorni».

«Il nuovo anno si è aperto all’insegna della speranza. – ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – Abbiamo predisposto un piano molto accurato, per cui abbiamo ricevuto anche i complimenti da Roma. Quello del 27 dicembre è stato un avvio simbolico, ma già dal 2 gennaio abbiamo iniziato ad immunizzare il nostro personale sanitario, che con straordinaria abnegazione ha prestato servizio in questa emergenza, insieme ai nostri anziani ospitati nelle residenze e agli operatori che si prendono cura di loro». Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 47.335 dosi, corrispondenti al 57,2% delle 82.810 finora consegnate al Piemonte.

Nella provincia di Alessandria i centri di vaccinazione sono quattro: Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Tortona.

I vaccini vengono somministrati in “luoghi specifici” individuati nei singoli nosocomi, resi operativi dal lavoro congiunto di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, amministrativi. L’adesione alla campagna vaccinale “anti Covid-19” da parte del personale dell’Asl di Alessandria è già molto alta, raggiungendo il 75% nel personale infermieristico e quasi l’85% tra i medici. Il vaccino di Pfizer consentirà di vaccinare nei prossimi 50 giorni i 93.000 dipendenti delle Aziende sanitarie piemontesi, i 48.000 ospiti delle R.S.A. e i 34.000 operatori di queste strutture (il richiamo della seconda dose deve avvenire tra il 19° e il 23° giorno dalla prima).

La vaccinazione non è obbligatoria, ma fortemente raccomandata e gli ultimi dati indicano in quasi mille le persone già vaccinate all’ospedale “San Giacomo” di Novi Ligure. Sono iniziate speditamente anche le vaccinazioni nelle Rsa. All’ospedale di Tortona la campagna è partita con l’arrivo il 30 dicembre scorso di circa mille dosi di vaccino.

La Lombardia (dove Letizia Moratti è il nuovo assessore alla Sanità al posto di Giulio Gallera), dopo una partenza a rilento che ha fatto notizia a livello nazionale, si è messa in cammino raggiungendo il 44,1% di somministrazione delle dosi finora consegnate, corrispondente a oltre 70 mila persone vaccinate dall’inizio della campagna.

Entro il mese di gennaio arriveranno in Lombardia 492.570 dosi di vaccino. Dal 4 gennaio è partito il piano effettivo di somministrazione che, in questa prima fase, anche qui coinvolge unicamente gli operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale dei presidi residenziali per anziani, con la somministrazione di circa 3.000 dosi, inoculate al “San Matteo” di Pavia e nei presidi di Vigevano, Voghera e Stradella. Si prevede una capacità di somministrazione iniziale fino a 10.000 dosi al giorno, che potrà essere successivamente incrementata fino a 15.000.

«In cinque giorni – spiega il direttore socio sanitario di Asst Pavia Armando Gozzini – abbiamo trattato 1.450 operatori, quasi metà del personale. La prossima settimana finiremo. Le adesioni, su 3.200 dipendenti, sfiorano il 70%. E contiamo di fare ancora di più».

Nei prossimi giorni le dosi arriveranno anche all’ospedale di Varzi e le residenze per anziani della provincia si stanno preparando a somministrare ai propri operatori il vaccino.

Da medici e infermieri sale l’invito a vaccinarsi: «Cosa dire agli indecisi? Vaccinatevi perché è l’unica via per uscirne sul piano della salute, su quello economico e sociale. Vaccinarsi è prima di tutto un dovere».

Lo ha ricordato anche Papa Francesco: «Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri». «La settimana prossima – ha continuato il Pontefice – inizieremo a farlo qui in Vaticano ed io mi sono prenotato, si deve fare».

Marco Rezzani

(ha collaborato Vittorio Daghino)

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