Il vescovo accanto ai lavoratori

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Mons. Guido Marini ha celebrato la Santa Messa all’interno dello stabilimento novese dell’ex Ilva in cui circa 600 dipendenti stanno attraversando un momento di difficoltà e di crisi

Continuano le difficoltà in casa ex Ilva a Novi Ligure e in tutti gli stabilimenti del Gruppo sparsi sul suolo nazionale. Dopo la scadenza della cassa integrazione ordinaria dello scorso 27 marzo, la Proprietà aveva infatti avviato la cassa straordinaria in modo unilaterale senza raggiungere un accordo con i sindacati, con la discussione che si era di fatto arenata sul nascere. Una procedura che dovrebbe durare un anno e che le parti sociali non hanno firmato in quanto porterebbe a degli esuberi, andando quindi nella direzione opposta rispetto agli accordi di settembre 2018, slegati da crisi di mercato.

A questo si aggiungono, però, altre criticità. Acciaierie d’Italia, secondo quanto riferito da Assofermet (l’associazione nazionale dei commercianti in ferro, acciai, metalli e ferramenta), avrebbe sospeso la consegna di ordini regolarmente confermati, con gli associati che non stanno ricevendo merce per migliaia di tonnellate e con la filiera che rischia la paralisi. L’associazione ha inoltre rimarcato come l’azienda abbia deciso di ridurre la produzione di acciai di alta qualità all’interno dello stabilimento novese che lunedì ha ricevuto la visita di Monsignor Guido Marini, vescovo di Tortona.

«Sono molto contento di essere qui oggi in questo importante luogo di lavoro. Ringrazio tutti voi presenti che, a diverso titolo, operate con generosità, sacrificio e competenza». Queste le parole pronunciate dal presule all’inizio della Messa celebrata nei locali della mensa. Un appuntamento che, oltre alle autorità politiche, civili e militari del territorio, al sindaco della città Gian Paolo Cabella, al responsabile della Pastorale diocesana del lavoro don Costantino Marostegan, ha visto anche la presenza di Lucia Morselli, amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, che ha letto un brano tratto dagli Atti degli Apostoli.

Ha partecipato una settantina tra dirigenti e operai, in un momento critico per tutto il Gruppo a iniziare dalla sede di Taranto. Difficoltà che inevitabilmente si riverberano a cascata sugli altri impianti nazionali, tra cui quello locale che può contare su oltre 600 lavoratori.

Anche per questo il vescovo ha voluto esprimere la propria vicinanza a una delle più importanti realtà produttive della provincia (la Messa, originariamente prevista per Pasqua, è stata rinviata al 9 maggio dopo la positività al Covid di Mons. Marini registrata a fine marzo).

Cominciando l’omelia ha citato una leggenda che racconta di una donna che porta in braccio il suo bambino appena nato e che arrivando presso una grotta buia, sente una voce che la invita a entrare per poter prendere i tesori al suo interno, ma per un breve tempo, pena la perdita della vita. La donna varca la soglia ed entra nell’oscurità fino ad arrivare in un luogo ampio e illuminato e trova ciò che le è stato promesso. Appena prima che la grotta si chiuda, scappa fuori ma si accorge che tra tutto quello che ha preso ha dimenticato suo figlio, che era il vero tesoro della sua vita. «Come quella donna – ha affermato il vescovo – noi spesso dimentichiamo ciò che è davvero prezioso, importante e decisivo per la nostra vita. Siamo qui per ricordare che Dio è decisivo, prezioso e importante davvero. Tutto il resto passa, Dio no. La vita passa ma la vita in Dio no. Anche i beni passano, tutto passa ma Lui rimane. Siamo a maggio, il mese mariano.

L’intercessione della Vergine Maria raggiunga voi e le vostre famiglie e accompagni il vostro impegno quotidiano generoso nel vostro luogo di lavoro».

Come sottolineato da don Marostegan, «questa celebrazione viene ripetuta da decenni ed è una tradizione che non deve essere persa. È importante incontrare Gesù e la sua parola nel luogo dove le persone passano almeno otto ore della loro giornata con grande fatica.

La nostra preghiera vuole affidare al Signore quello che voi fate qui quotidianamente. Un appuntamento al quale il vescovo Marini ha risposto con entusiasmo».

Pur essendo tangibile la preoccupazione degli operai dell’ex Ilva che hanno dichiarato: «Non è un posto per giovani. Una volta entrare qui era un obiettivo per tanti, oggi c’è grande paura sul fronte sicurezza. Ci sono macchinari vecchi, sui quali a volte è difficile applicare determinate misure», il sindaco Cabella ha concluso con una nota di speranza. «In un breve incontro, – ha detto – sia Morselli sia Orlando Rotondi, coordinatore della produzione per l’area nord, hanno evidenziato come la produzione stia andando bene e di come sia in fase di ripresa. Ho percepito segnali di ottimismo». Era presente anche un piccolo gruppo di dirigenti locali che, al termine della Messa si è intrattenuto a dialogare con il vescovo, il quale ha salutato personalmente tutti coloro che lavorano nello stabilimento.

Venerdì mattina Monsignor Marini proseguirà i suoi incontri nelle fabbriche novesi celebrando l’Eucaristia alla Novi Elah-Dufour.

Luca Lovelli

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