Il vescovo ad Assisi alla festa del Perdono

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ASSISI – Il 2 agosto per la famiglia francescana è un giorno importante e solenne. Nella notte tra l’1 e il 2 agosto del 1216 san Francesco, mentre era immerso nella preghiera e nella contemplazione all’interno della Porziuncola, improvvisamente vide sull’altare Gesù e Maria, circondati da una grande luce e da una moltitudine di angeli che gli chiesero che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta del santo fu immediata: «Santissimo Padre, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati verranno a visitare questa chiesa, gli conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe». Serviva, a questo punto, l’approvazione del Papa. Francesco si presentò subito dal pontefice, Onorio III, che in quei giorni si trovava a Perugia e gli raccontò la visione avuta. Questi dopo averlo ascoltato, approvò. Qualche giorno più tardi, insieme ai vescovi dell’Umbria, il santo annunciò la concessione dell’indulgenza plenaria nota come “Perdono di Assisi” ed esclamò: «Fratelli miei cari, voglio mandarvi tutti in Paradiso». Anche quest’anno la festa è stata preceduta dal triduo di preparazione predicato da Mons. Vittorio Viola, che domenica 2 agosto, ha poi presieduto la solenne celebrazione eucaristica. Nell’omelia, rivolgendosi ai fedeli che gremivano la basilica di Santa Maria degli Angeli, dove è custodita la Porziuncola, ha iniziato sottolineando come «in questo luogo c’è una tale concentrazione di grazia, che ovunque si posi lo sguardo, il cuore si sente sopraffatto». Commentando la pagina di Luca dell’annuncio dell’angelo a Maria il vescovo ha esclamato che siamo di fronte a «un disegno strepitoso dell’amore di Dio che noi possiamo contemplare. Con l’annuncio dell’angelo grande Gabriele e con l’eccomi di Maria lo Spirito fa il verbo eterno carne nel suo grembo, tutta la Santissima Trinità ci viene rivelata. Il Figlio incarnandosi ha lo stesso desiderio del Padre che tutti gli uomini si salvino e giungano alla piena conoscenza del Padre in piena sintonia con Francesco che vuole tutti in paradiso ». «L’«Eccomi» della Vergine risuona in armonia con quello del Figlio al Padre e – ha aggiunto – è dentro questa disponibilità piena, totale, incondizionata che accade l’unico vero fatto nuovo della storia che è l’incarnazione e che sarà portato alle estreme conseguenze nella Pasqua». Il presule ha poi spiegato che «Francesco amava farsi piccolo e per questo stava dentro la Porziuncola come nel grembo della Vergine Madre fatta Chiesa per permettere all’azione dello Spirito di formare in lui il corpo di Cristo, nei pensieri e nella carne, in una conformazione impressionante al crocifisso. Per questo ha voluto vivere qui e ha voluto offrire a noi la possibilità di fare la stessa esperienza della grazia di Dio. La misericordia del Padre si è inventata questo giorno che per la docilità di Francesco è stato donato a noi». «Idealmente siamo tutti dentro la Porziuncola per diventare anche noi il corpo di Cristo». Tutti «abbiamo bisogno del perdono – ha concluso padre Vittorio – che ci permette di rilanciare la grazia del battesimo e di fare in modo che il mondo possa conoscere Gesù in attesa che lui torni».

Daniela Catalano

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