Il vescovo ha incontrato i sinti di Tortona

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Hanno recitato insieme il rosario. Poi il presule, accolto dai canti in genovese, ha salutato da vicino i malati e i bambini e ha giocato con loro

di Luisa Iotti

La devozione alla Madonna è molto forte presso i Sinti che vivono a Tortona, nell’area comunale attrezzata lungo la Strada per Castelnuovo; oltre che alla Vergine, i Sinti tortonesi rivolgono intensa preghiera anche al santo protettore degli zingari, il Beato Zefirino Giménez Malla (1861-1936), “martire del Rosario”, fucilato in Spagna durante la guerra civile, proclamato beato da Giovanni Paolo II il 4 maggio 1997.

La sera di mercoledì 11 maggio, al centro del “campo”, intorno a un “vosso” (tradizionale carro gitano in legno), simbolo della vita nomade, ricostruito in miniatura, e accanto alla piccola grotta dove è conservata la statua della Madonna di Lourdes, il vescovo Guido ha incontrato la comunità, accolto festosamente con canti e al ritmo delle chitarre. Dopo la presentazione di Padre Roberto, il frate cappuccino che da anni cura la formazione religiosa e la vita spirituale dei Sinti di Tortona, con Padre Massimo, itinerante, e Padre Franco, è iniziata la recita del Santo Rosario, guidato dai giovani che si preparano a ricevere la Cresima insieme ai coetanei della Parrocchia del Sacro Cuore. La visita del vescovo nel mese di maggio è una consolidata tradizione, ma quest’anno era particolarmente attesa perché, a causa della pandemia da Covid-19, Mons. Marini non ha potuto celebrare, come era in programma per il pomeriggio del 6 gennaio, la Santa Messa dell’Epifania. Quella della settimana scorsa, dunque, è stata la prima occasione di incontro del nuovo pastore diocesano con la realtà del cosiddetto “campo nomadi”.

Anche con il vescovo Guido, come con i suoi predecessori, il feeling è stato immediato, soprattutto da parte dei bambini, per nulla intimoriti dal trovarsi di fronte la massima autorità religiosa locale; da parte sua, il vescovo ha saputo ben indirizzare la vivacità dei suoi piccoli interlocutori, coinvolgendoli nel sorprendente “gioco-preghiera” delle cinque dita tante quante sono le lettere che compongono il nome di Maria. Al termine della suggestiva celebrazione mariana, prima della benedizione e del canto finale, il vescovo ha rivolto parole di gratitudine per l’accoglienza e ha espresso la sua gioia per aver potuto finalmente conoscere la comunità sinta di Tortona. La risposta non si è fatta attendere: il duo di chitarre e il coro intonavano simpaticamente alcune famose canzoni genovesi. Le giovani donne hanno allestito una “tavola dolce” in onore degli ospiti, con squisiti biscotti e bevande calde e fredde. Accompagnato da don Claudio Baldi e dai volontari della Casa di Accoglienza con il presidente Eugenio Presciutti, il vescovo ha voluto recarsi nella casa-mobile di alcuni malati e disabili per portare conforto con un saluto personale. Nel prender commiato dai capifamiglia sinti e dai volontari presenti Mons. Marini ha ribadito la sua vicinanza e paterna attenzione pastorale per la vita di questa comunità, avendo in cambio rinnovato l’invito a tornare, quale gradito ospite, quanto più spesso gli sarà possibile, per la gioia di grandi e piccini.

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