Il vescovo in visita alla parrocchia di Oriolo

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Ha incontrato un gruppo di genitori e catechisti e alcune coppie

VOGHERA – Nel pomeriggio di sabato 25 novembre il vescovo Mons. Guido Marini si è recato presso la parrocchia di san Bernardo di Oriolo, frazione del comune di Voghera. Accompagnato dal parroco don Giuseppe Piaggi, ha incontrato due gruppi parrocchiali: alcuni genitori coinvolti con i figli in un cammino di fede nell’arco di due anni e alcune coppie impegnate in un percorso di formazione post matrimonio. Ai genitori e ai catechisti Mons. Marini ha rivolto tre spunti di riflessione, sulla realtà dei giovani, sulla catechesi e infine sull’educazione. Agli sposi ha proposto il commento alla pagina evangelica dei discepoli di Emmaus, adattandola alla vita di coppia.

La proposta formativa della parrocchia di Oriolo ha alla base la riflessione su alcuni brani del Vangelo con l’obiettivo di porre in evidenza il Gesù storico, la sua umanità. La comunità coinvolta nel percorso è partita da una domanda: «Può un uomo vissuto duemila anni fa, che non ha lasciato scritti personali, interpellare ancora l’uomo di oggi, ciascuno di noi? La risposta è sì, se quell’uomo è Gesù Cristo, un ebreo della Palestina, terra periferica dell’Impero Romano, nato al tempo della grande pace inaugurata dall’imperatore Augusto e morto sotto l’imperatore Tiberio. Da duemila anni si parla di lui, non solo tra i suoi seguaci, ma nel mondo intero, e senza fare riferimento a lui non è possibile comprendere il mondo del pensiero, almeno di quello occidentale, dell’arte, della letteratura e della cultura in generale. Quello che sappiamo di Gesù lo dobbiamo ai Vangeli, soprattutto a quelli canonici e indirettamente agli atti e alle lettere apostoliche, tutti scritti abbastanza vicini alla sua morte e tramandati attraverso i secoli da manoscritti anche molto antichi. Sappiamo della sua nascita prodigiosa, della sua vita nascosta per circa trent’anni nel villaggio di Nazareth in Galilea e della sua breve vita pubblica, vissuta percorrendo le strade della Palestina annunciando il regno di Dio e soccorrendo a tante miserie umane, fino alla morte ignominiosa sulla croce. Ma crediamo anche nella sua resurrezione che lo conferma figlio di Dio. Proprio sull’aspetto della sua divinità si è soliti mettere l’accento in modo prevalente, mentre se ne trascura l’aspetto umano, quello che lo rende più vicino a noi, più facile da comprendere e imitare».

«Per comprenderlo – spiegano da Oriolo – si possono, ed è utile, leggere consecutivamente i Vangeli, ma si possono anche scegliere i passi che sottolineano diversi momenti e aspetti della sua vita», come prevede lo schema degli incontri della parrocchia di san Bernardo.

«Se riuscissimo a conoscere meglio Gesù, potremmo dire anche noi insieme a Pietro in risposta al Maestro che chiede se anche i suoi apostoli vogliono abbandonarlo come hanno fatto altri: Signore, da chi andremo? Solo tu hai parole di vita eterna».

a.m.

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