Il vescovo visita i malati all’ospedale di Voghera

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L’Eucaristia alla presenza del cappellano don Luciano Ragazzo e la benedizione della gola

VOGHERA – Venerdì 7 febbraio Mons. Guido Marini ha visitato i malati dell’ospedale di Voghera. È stato accolto dal cappellano don Luciano Ragazzo, il sacerdote orionino che è stato recentemente nominato direttore per la Pastorale della Sanità della Diocesi e dalla dottoressa Roberta Quaglini, che lo hanno accompagnato nei reparti di Ortopedia e Urologia. Poi, nella cappella del nosocomio, il vescovo ha celebrato la S. Messa, alla quale hanno partecipato il personale sanitario, i volontari e numerosi fedeli. All’inizio don Ragazzo ha rivolto un caro saluto a Mons. Marini, rinnovando gli auguri per il suo compleanno e ha riassunto la gioia per la visita ricevuta nella frase “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Ha espresso la gratitudine dei malati e del personale per la vicinanza dimostrata dal Pastore diocesano nei confronti quanti soffrono. A sua volta, il vescovo ha ringraziato don Ragazzo per l’importante servizio svolto nelle corsie e per la preghiera quotidiana con l’adorazione eucaristica e la Messa prefestiva e ha avuto parole affettuose e grate per medici, infermieri e operatori sanitari per il prezioso compito svolto accanto ai malati. Nell’omelia, poi, Mons. Marini richiamando le parole della preghiera di colletta, ha invitato a non dimenticare l’importanza di adorare Dio con tutta l’anima e di amare il prossimo con lo stesso amore di Cristo. «Il Suo amore è la preghiera centrale – ha detto – per la nostra vita e per la nostra vita di fede». L’adorazione di Dio e l’amore per i fratelli e le sorelle sono state tradotte nell’immagine della cappella nella quale si entra per amare il Signore e si esce per amare il prossimo. Il vescovo, poi, ha raccontato un episodio della vita di santa Teresa di Calcutta che decide di aiutare una donna abbandonata da tutti. Nel suo gesto «c’è l’esperienza viva di un Dio adorato con tutta l’anima e di un amore ardente per i fratelli e le sorelle più bisognosi». «La capacità di avere a cuore – ha aggiunto – la vita più debole deriva dall’adorazione di Dio, da un cuore trasformato dall’amore del Signore». Dopo la preghiera dei fedeli, Mons. Marini ha impartito la benedizione della gola in onore di san Biagio, festeggiato il 3 febbraio. E, al termine, dopo aver ringraziato il coro, il diacono Nicola Radicci e don Luciano, ha salutato personalmente tutti i presenti.

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