Il viaggio di don Lombardi nel vangelo di Matteo

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L’ultimo incontro con il biblista di Alessandria

TORTONA – Mercoledì 18 gennaio nel Salone del Seminario di Tortona, si è svolto l’ultimo incontro del ciclo di formazione biblica, rivolto in particolare ai catechisti, promosso da don Fabrizio Pessina direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano e tenuto da don Luciano Lombardi, biblista della Diocesi di Alessandria. È stato trasmesso an- che sul canale Tv di Radio PNR.

«Ogni conclusione è un nuovo inizio – ha esordito don Luciano – nel senso che gli elementi acquisiti nel percorso stimolano un ulteriore approfondimento, un’occasione per andare oltre».

Il brano da cui è partito il relatore è stato quello della guarigione del lebbroso (Mt 8, 1-4), che segue il discorso della montagna, uno dei passi dove sono raccontati i tre miracoli a categorie di persone che, per motivi diversi, non possono entrare nel cuore del tempio e partecipare al culto ebraico.

Con un interessante raffronto del differente stile narrativo degli evangelisti, don Lombardi ha analizzato, quasi parola per parola, il brano, offrendo osservazioni puntuali e accurate con richiami alla traduzione di vocaboli dal greco antico come, per esempio, il termine “Signore” (Κύριος), di uso comune, ma che, per il tempo, indicava Cristo Risorto.

L’uso di questa espressione richiama il miracolo dei miracoli, la Resurrezione di Cristo come a indicare che una persona esclusa dalla vita, come era allora chiunque fosse affetto da lebbra, sarebbe stato guarito grazie alla potenza del Risorto, segno grande per la fede di ciascuno. Una particolare attenzione è stata riservata al gesto di Gesù di toccare il lebbroso, ritenuto impuro e violazione di tutte le leggi. Don Lombardi ha effettuato richiami e parallelismi con altri brani (es. Deuteronomio 5,15) per dire che in quel momento Gesù stava esercitando la potenza di Dio. «Per richiamare quanto detto all’inizio dei nostri incontri – ha concluso il sacerdote – la Parola va continuamente letta lasciando che la grande tradizione della Chiesa e tutto quello che essa ci offre possa arrivarci senza prescindere dal contesto storico né dai destinatari».

Al termine della serata, don Fabrizio ha congedato tutti rinnovando la soddisfazione e la gratitudine di aver potuto condividere un così fruttuoso percorso.

Cristina Bertin

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