Insieme nel nome di Montini

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Grande figura quella di san Paolo VI: il Papa della modernità e della giustizia sociale, dei primi grandi viaggi intercontinentali, del Concilio… Ma anche il grande Pontefice dei giovani, della vita e della famiglia; e proprio per questo tanto amato e tanto discusso.

Vicino a Brescia, a Concesio, proprio contiguo alla sua casa natale (in cui si respira ancora l’elegante semplicità lombarda della famiglia Montini), è nato l’Istituto che porta il suo nome: lo compongono – con la moderna sala congressi, la biblioteca e il ricco archivio – una straordinaria collezione di arte contemporanea da lui stesso promossa, anche con l’intento di riavvicinare la Chiesa al linguaggio artistico del mondo.

In questo luogo, che vale davvero una visita, si tengono annualmente i “Colloqui internazionali di studio”.

L’ultimo, il XV nell’ordine, si è svolto dal 23 al 25 settembre. Ci siamo stati anche noi perché Maria Pia – che collabora all’edizione del carteggio montiniano, diretta da Xenio Toscani – era stata invitata a parlare del “tema religioso nelle riviste culturali italiane tra le due guerre”. Come sempre tra noi due, anche la preparazione dell’intervento di Maria Pia è stata combinata “in famiglia”, visto che si è reso necessario l’aiuto del “tecnico” Gianni per la messa a punto del PowerPoint di accompagnamento: collaborazione che naturalmente la moglie ricambierà alla prima occasione mettendo a disposizione le sue specifiche competenze.

Il convegno verteva nel suo insieme sulla cultura e sui problemi in gioco negli anni in cui Montini si formava e iniziava a esercitare il suo ministero tra i giovani universitari della Fuci, parallelamente operando presso la Segreteria di Stato. Anni difficili per il contesto politico, culturale, religioso, in cui emergevano problemi di ampia rilevanza e di difficile soluzione.

Abbiamo ascoltato i relatori – venuti da tutta Europa – parlare di temi generali come il modernismo, il rapporto tra Chiesa ed economia e la sfida – sempre attuale – tra totalitarismo e democrazia. Ma non sono mancate riflessioni più particolari: il nuovo approccio alla liturgia, l’evolversi storico dell’Azione Cattolica, sino ai rapporti dell’ancor giovane don Battista con i “suoi” studenti universitari, di cui era cordiale amico prima ancora che maestro spirituale.

Ma per noi il convegno è stato anche una piccola vacanza, in mezzo a vecchi amici ritrovati, e a nuovi appena conosciuti. Tra questi anche illustri prelati, come il cardinale Giovanni Battista Re, l’arcivescovo Vincenzo Zani e il vescovo Carlo Bresciani.

Impeccabile padrone di casa don Angelo Maffeis, presidente dell’Istituto “Paolo VI”.

Per certi aspetti il clima ricordava una gita scolastica, con partecipanti magari un po’ attempati, alcuni dei quali stranamente vestiti di nero con striature di porpora e viola…

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