Inzuppare fa ingrassare

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di Patrizia Ferrando

La golosità non conosce stagioni, ma per me l’autunno è tempo di dolci, soprattutto quelli più semplici, preparati in casa o usciti dalle mani di un fornaio più che di un pasticcere, torte senza creme, amaretti e biscotti.

Così ho pensato ai dubbi che potrebbero sorgere nel servirli e gustarli.

Le posate da dolce, per molti, sembrano rappresentare un dilemma: in realtà, se escludiamo tutti quei dolci con panna, zabaione o ripieno morbido, che richiedono il cucchiaino apposito, si riducono a due. Una a servizio e una per mangiare, e spesso si usano le mani.

Partiamo dalla paletta, è buona norma utilizzarla per prelevare fette di torta o di altri dolci da taglio e trasferirli sui piatti dei singoli ospiti senza aiutarsi con altri attrezzi o con le mani.

La forchettina da dolce ha dimensioni contenute rispetto a quella normale e si caratterizza per avere tre rebbi, questi non hanno tutti e tre la stessa grandezza ma uno, quello più grande, deve essere utilizzato per tagliare i bocconi e ha la cosiddetta forma a coltello; il coltello non si usa, quello piccolo dei servizi è per la frutta.

I dolci da taglio, si chiamano proprio così, vengono tagliati a fette e serviti con una paletta, ogni commensale poi li consumerà con l’apposita forchettina e, nel caso siano presenti salse, anche di un cucchiaino; il cucchiaino da dessert è più grande di quello utilizzato normalmente per il tè. Molto belli appaiono serviti sulle alzatine.

Pasticcini e biscotti secchi devono essere prelevati dal vassoio uno alla volta e sempre con il loro eventuale pirottino di carta pieghettata, vanno portati alla bocca con le mani solo se piccoli, altrimenti bisognerà usare la forchettina. Grazioso portarli su piattini, anche ornati da tovaglioli ricamati, la pinza non è obbligatoria perché a casa ciascuno può servirsi.

La scelta del pasticcino, del dolce o del biscotto va fatta dopo una rapida occhiata alle varie tipologie disponibili, senza però soffermarsi lungamente a osservare il vassoio.

Intingere o non intingere? Solo pochissime persone possono vantarsi di non aver mai ceduto a questa tentazione. Ma non bisognerebbe farlo. Il gesto risulta spesso goffo e la tazza si sporca di sicuro.

Ci sono anche motivi curiosi. Esistono sale da tè in Inghilterra che invitano la clientela colta in flagrante a lasciare il locale! Non un bel gesto, ma meglio saperlo, prima di vivere una simile esperienza!

Secondo alcuni, inzuppare fa ingrassare. Se si continua a intingere biscotti finché il liquido non è finito significherà mangiarne molti, troppi. Se si beve più di una tazza, poi…

Infine, e più importante, alcuni biscotti vanno gustati a pieno!

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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