Jj4 sorella orsa

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

Abbiamo rielaborato il titolo di un famoso film di animazione Disney del 2003, Koda, fratello orso, la cui trama è costruita attorno alla figura del giovane Kenai, appartenente a una tribù di Inuit dell’America del Nord, il quale uccide il grizzly considerato responsabile della morte del fratello. Trasformato per punizione in orso dai Grandi Spiriti, stringe amicizia con l’orsetto Koda, che diventa per lui un vero e proprio fratello. Insieme attraverseranno mille peripezie, finché Kenai, ottenuto il perdono da parte dei Grandi Spiriti, riacquisterà sembianze umane, ma, per non separarsi da Koda, chiederà e otterrà di ritornare orso.

Ci siamo chieste quale insegnamento possiamo trarre dalla suggestiva favola in questo frangente nel quale è accesissimo il dibattito sulla sorte che dovrà toccare all’orsa Jj4 (si poteva anche fare uno sforzo di fantasia e attribuirle un nome che non fosse una segnatura di inventario!) responsabile dell’attacco letale al runner trentino Andrea Papi. Anche per la nostra zona si pone il problema della convivenza tra uomini e animali non domestici: in particolare nel nostro quartiere è diventata consuetudine vedere gruppi di cinghiali, spesso femmine con i piccoli, che percorrono tranquillamente le vie residenziali, senza mostrare alcun segno di turbamento alla vista degli umani. «Che brutta storia! Poverino il runner che è stato ucciso, ma povera anche l’orsa, catturata e condannata a morte perché ha seguito il proprio istinto! Mi chiedo per quale motivo in Val di Sole sia stato effettuato il ripopolamento con gli orsi, se poi non si è stati in grado di adottare misure di convivenza pacifica con la comunità umana!» «Su scala minore e per fortuna senza queste drammatiche conseguenze, la stessa cosa accade qui; tu a quell’ora dormi e non te ne sei mai accorta, ma io che gironzolo con il cane all’albeggiare, trovo spesso i bidoni dell’umido rovesciati dai cinghiali che vanno in cerca di cibo. Evidentemente sono forniti del calendario della raccolta differenziata e si spostano nelle varie vie a seconda dei giorni! Inoltre nelle passeggiate collinari, io e papà teniamo Flora al guinzaglio, perché spesso avvistiamo cinghiali e vogliamo evitare brutte complicazioni.» «Quindi tu suggerisci di ucciderli, come probabilmente si farà con l’orsa?» «È diverso: il cinghiale ha sempre abitato sul nostro Appennino e la caccia si rende necessaria, poiché si tratta di un animale molto prolifico; ora che si sta urbanizzando, rischia di creare gravi problemi. L’orsa invece appartiene alla prima generazione di plantigradi importati dai boschi della Slovenia per ripopolare l’arco alpino. C’è un grande paradosso alla base di tutto e un delirio di onnipotenza da parte dell’uomo: “Io decido dove tu orso devi vivere. Se poi non sei docile e amabile come l’orsetto Koda, ti abbatto”.»

silviamalaspina@libero.it

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